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Conversazioni intorno ai libri, insieme con gli autori. "ascoltare fa pensare" www.ilpostodelleparole.it Diventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/il-posto-delle-parole--1487855/support.

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United States

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Language:

Italian


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Giorgio Pinotti "Praga, poesia che scompare" Milan Kundera

5/7/2024
Giorgio Pinotti "Praga, poesia che scompare" Milan Kundera Adelphi Edizioni www.adelphi.it Traduzione di Giorgio Pinotti L’invasione russa della Cecoslovacchia nel 1968 non ha solo conculcato i diritti umani, la democrazia, la giustizia: ha ridotto a «un foglio di carta in fiamme / dove scompare la poesia» – scriveva Kundera nel 1980 citando l’amato Nezval – una «grande cultura». Una cultura unica, che la «capitale magica d’Europa» ha forgiato lungo i secoli, e che ha conosciuto l’apogeo con Kafka, Hašek e Janaček, artefici dei «tre pannelli del quadro dell’inferno futuro»: «labirinto burocratico», «idiozia militare», «disperazione concentrazionaria». Tracciare il ritratto di Praga significava allora, per Kundera, riportare alla luce un’Atlantide inabissata, salvare una visione del mondo renitente a «identificarsi con la Storia» e a «cogliere nei suoi spettacoli serietà e senso». Ma noi lettori non potremo fare a meno, oggi, di riconoscere in quel ritratto, attraversato da un fremito di commossa nostalgia, un autoritratto, che rivela, meglio di qualunque saggio critico, la genealogia segreta da cui scaturisce l’opera di Kundera. Dentro al suo laboratorio ci conduce anche Ottantanove parole, un dizionario personale nato nel 1985 dall’esigenza, per lui che ancora scriveva in ceco ma pensava ormai a come ogni frase sarebbe suonata in francese, di chiarire al nuovo pubblico le «parole chiave», le «parole trabocchetto», le «parole d’amore» attorno alle quali erano costruiti i suoi romanzi – e tuttora essenziale per chi li ami e voglia conoscerli meglio. IL POSTO DELLE PAROLE ascoltare fa pensare www.ilpostodelleparole.it Diventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/il-posto-delle-parole--1487855/support.

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Franco Faggiani "La compagnia del gelso"

5/7/2024
Franco Faggiani "La compagnia del gelso" Aboca Edizioni www.abocaedizioni.it Pier Maria Croz, professore e milanese di nascita, si è da poco trasferito alla facoltà di Scienze Forestali dell’Università di Ascoli. Vive in una villetta adiacente a quella dei proprietari di casa, l’anziano Nevio e la figlia Fosca, due abitazioni pressoché identiche, tanto che una sera Nevio, alla guida della sua mitica Panda 30, confonde gli ingressi e investe il professore. L’incidente ha peròntutto il sapore di un segno del destino… Nevio infatti ingaggia Pier Maria come autista e lo coinvolge nelle bizzarre avventure della banda di ottantenni di cui fa parte. Accolto con simpatia e non senza una certa dose di bonaria derisione, il professore deve attraversare le Marche alla ricerca del motore di ricambio per la Panda di Nevio. Catapultato in un mondo diverso da quello cittadino, scopre i segreti del gelso attraverso i racconti della compagnia di anziani che in gioventù raccoglieva e vendeva i gelsi abbandonati e ne piantava di nuovi. Il gelso è un albero decisamente generoso, i suoi usi sono molteplici: lo sciroppo di more; le radici per la salute; il legno per creare oggetti; il lattice per allontanare dai campi gli animali sgraditi. Il gelso è come “lu porcu”, perché della pianta, come del maiale, non si butta niente… Un romanzo dai toni caldi, una commedia di risate ma anche di nostalgia per un passato rurale, in cui non mancherà l’amore… Franco Faggiani Vive a Milano e fa il giornalista. Con La manutenzione dei sensi (Fazi Editore, 2018), vincitore del Premio Parco Majella 2018, del Premio Letterario Città delle Fiaccole 2018 e del Be Kind Award 2019, si è fatto conoscere e amare da moltissimi lettori. Con Il guardiano della collina dei ciliegi (Fazi Editore, 2019), ha vinto il Premio Biblioteche di Roma 2019 e il Premio Selezione Bancarella 2020. Sempre con Fazi Editore sono usciti anche Non esistono posti lontani (2020), Tutto il cielo che serve (2021) e L’inventario delle nuvole (2023) con cui con cui ha vinto il Premio Cortina Montagna 2023. I suoi libri sono già usciti anche nei Paesi Bassi, in Bulgaria, in Ucraina. IL POSTO DELLE PAROLE ascoltare fa pensare www.ilpostodelleparole.it Diventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/il-posto-delle-parole--1487855/support.

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Lucio Di Cicco "Vita avventurosa di un'acciuga cantabrica"

5/6/2024
Lucio Di Cicco "Vita avventurosa di un'acciuga cantabrica" L'Orma Editore www.lormaeditore.it La storia di un lungo viaggio per mare e insieme di un percorso interiore che condurrà il protagonista a diventare un eroe e, forse, un’acciuga. Sul ponte della Capitan Cerano, il picaresco marinaio Giovanni racconta a quel disgraziato del proprio boia come è arrivato davanti al cappio che tra poche ore farà di lui cibo per gli squali. L’avventura era cominciata quando da bambino, già con i carabinieri alle calcagna, aveva trovato rifugio sotto il sartiame di una paranza che pareva abbandonata. La nave era salpata, e il nascondiglio si era trasformato nel viaggio di una vita… Sotto gli occhi curiosi e storditi del boia, e del lettore, si dispiega la storia di un’esistenza passata tra furti, raggiri, zuffe e sposalizi più o meno burrascosi. Prima a bordo di una vecchia goletta, poi su una corazzata tedesca o un mercantile turco, Giovanni solca rotte sempre più remote, alla volta del Bosforo, del Mozambico o della Malesia, fedele solo al proprio spirito ribaldo, appena ammansito dalla profezia di un prete spretato che si ostina a vedere in lui un nuovo Battista. L’ora dell’esecuzione è ormai prossima quando il racconto approda in Patagonia, dominio dello spietato don Ferdinand, e l’avventura marinara sfuma con sorprendente grazia narrativa in un apologo da western: è il momento di trovare le ultime parole della storia, capaci di trasformare il caso in destino, e la morte in rivoluzione. Con questo tardivo esordio, sospeso tra il realismo magico dei grandi narratori sudamericani e un Corto Maltese straccione e affettuoso, Lucio Di Cicco ha scritto un romanzo di vele e riscatto, umanissimo e appassionato. Lucio Di Cicco, nato a Sulmona nel 1952, è un ferroviere in pensione che vive tra Roma, Sulmona e Delft, in Olanda. Vita avventurosa di un’acciuga cantabrica è il suo primo romanzo. IL POSTO DELLE PAROLE ascoltare fa pensare www.ilpostodelleparole.it Diventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/il-posto-delle-parole--1487855/support.

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Eleonora D'Errico "La donna che odiava i corsetti"

5/6/2024
Eleonora D'Errico "La donna che odiava i corsetti" Rizzoli Editore www.rizzolilibri.it Rosa ha solo dieci anni quando lascia la sua famiglia a Tirano, sulle montagne della Valtellina, e va a Milano, per lavorare come piscinina nella sartoria della zia Emilia. È il 1877, e la città la travolge con il fermento di una metropoli nascente, l’illuminazione a gas, i tram a vapore, i caffè, la Scala. La vita di un’apprendista sarta è dura, i turni estenuanti, ma la bambina è sveglia, e dimostra subito un talento speciale per la moda. Così assorbe tutto, comprese le nuove idee di giustizia sociale e libertà, e diventa una giovane donna coraggiosa, oltre che una sarta raffinata e dalle idee innovative. Da Milano a Parigi, dove nascono gli abiti che tutto il mondo ama, il passo è breve, ed è proprio lontano da casa, sulle rive della Senna, che Rosa concepisce l’idea di una moda che non sia solo un’eccellente copia di quella d’Oltralpe, ma che risplenda di un’originalità tutta italiana, ispirata ai dipinti del Rinascimento e ai fiori delle sue Alpi. È così che inventa il concetto di “made in Italy”. Tra broccati e toilettes di seta, l’impegno di insegnante all’Umanitaria e l’amore – scandaloso all’epoca – per l’avvocato Podreider, la voce vivida di Rosa ci racconta la sua vita anticonformista e luminosa, le sue battaglie per liberare le donne dai corsetti e dai pregiudizi. Eleonora D’Errico ci restituisce il ritratto appassionato e vibrante di una sarta geniale, un personaggio chiave per la storia della moda italiana – consacrato dalla creazione dall’abito Tanagra – ma anche quella dell’emancipazione femminile. Il racconto di una vita unica che ha saputo vestire di glamour la rivoluzione. Eleonora D'Errico è giornalista e scrittrice. Ha pubblicato una favola per bambini, Agostino e la leggenda delle stelle (EdiGiò) e il romanzo L’amore sublime (Bookabook). Nella vita si occupa di comunicazione, ha un blog e una pagina Instagram (La_derrick_racconta) in cui parla principalmente di libri e scrittura. IL POSTO DELLE PAROLE ascoltare fa pensare www.ilpostodelleparole.it Diventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/il-posto-delle-parole--1487855/support.

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Claudia Scandura "Lo scarabeo nel formicaio" Arkadij e Boris Strugackij

5/6/2024
Claudia Scandura "Lo scarabeo nel formicaio" Arkadij e Boris Strugackij Carbonio Editore www.carbonioeditore.it Traduzione a cura di Claudia Scandura Maksim Kammerer, naufrago spaziale divenuto collaboratore del comcon-2, la Commissione di Controllo che vigila sullo sviluppo scientifico e la sicurezza della Terra, viene convocato d’urgenza per una missione top secret: entro cinque giorni dovrà rintracciare Lev Abalkin, un ex collaboratore che improvvisamente ha fatto perdere le sue tracce. Fingendosi un giornalista, Maksim inizia le sue ricerche per ricostruire gli ultimi anni della vita del fuggitivo e la sua rete di relazioni. Abalkin era un ‘progressore’, un facilitatore per l’evoluzione delle razze aliene e un garante per la sicurezza dell’umanità nei rapporti con gli extraterrestri, ma lo era diventato contro la sua volontà. Scavando nel passato del suo obiettivo, Maksim si addentrerà sempre più nei meandri di un pericoloso segreto… Dopo L’isola abitata, con questo avvincente romanzo i fratelli Arkadij e Boris Strugackij ci riportano nel Mondo di Mezzogiorno, la loro sterminata creatura multiplanetaria, e ancora una volta affidano al potere visionario della fantascienza gli interrogativi morali che attanagliano l’uomo, consegnandoci un’analisi acuta e impietosa di ciò che significa vivere sotto un regime totalitario.Con una postfazione di Boris Strugackij. Arkadij (1925-1991) e Boris (1933-2012) Strugackij sono considerati tra i più importanti scrittori russi del ’900. Esperto di letteratura nipponica il primo, astronomo e matematico il secondo, hanno iniziato il loro lungo sodalizio negli anni Cinquanta. Le loro opere sono state tradotte in molte lingue, ricevendo ampi riconoscimenti. Tra i libri usciti in Italia: Picnic sul ciglio della strada (dal quale Andrej Tarkovskij ha tratto il film Stalker) e, pubblicati da Carbonio, La chiocciola sul pendio, La città condannata, L’isola abitata, L’albergo dell’alpinista morto e Destino zoppo. In Russia è uscita l’opera omnia in 33 volumi. IL POSTO DELLE PAROLE ascoltare fa pensare www.ilpostodelleparole.it Diventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/il-posto-delle-parole--1487855/support.

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Enrico Macioci "L'estate breve"

5/6/2024
Enrico Macioci "L'estate breve" Terrarossa Edizioni www.terrarossaedizioni.it Il giovane protagonista è impacciato con le sue coetanee e disorientato dalla passione per la scrittura, ma ha una dote che coltiva con costanza e determinazione: sa giocare molto bene a calcio. Quando però nel suo quartiere arriva Michele, dovrà ridimensionare le ambizioni e ammettere che “il talento, come la vita, può sembrare un magnifico, drammatico capriccio. E forse lo è”. In questo romanzo di formazione malinconico e sincero, Macioci ci regala alcune pagine luminose sull’età di passaggio dall’infanzia all’adolescenza, sull’ascendente dei desideri sulle nostre esistenze, sulla suggestione dei ricordi. Enrico Macioci è nato a L’Aquila nel 1975. Si è laureato prima in Giurisprudenza e poi in Lettere moderne. Ha esordito con Terremoto (Terre di mezzo, 2010), a cui sono seguiti La dissoluzione familiare (Indiana, 2012), Lettera d’amore allo yeti (Mondadori, 2017), Tommaso e l’algebra del destino (SEM, 2020), Sfondate la porta ed entrate nella stanza buia (TerraRossa, 2022). L’estate breve nasce da una riscrittura di Breve storia del talento, pubblicato da Mondadori nel 2015. Lettore ideale: chi non ha smesso di credere nei propri sogni di gioventù o chi invece li ha rinnegati; chi aspetta l’estate come la più crudele e dolce delle stagioni; chi è rimasto folgorato dal Soccombente di Thomas Bernhard, ma predilige scritture più concise. IL POSTO DELLE PAROLE ascoltare fa pensare www.ilpostodelleparole.it Diventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/il-posto-delle-parole--1487855/support.

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Tea Taramino "Girare intorno all'arte"

5/6/2024
Tea Taramino "Girare intorno all'arte" di Francesco De Bartolomeis a cura di Tea Taramino e Irene Pittatore Accademia Albertina di Belle Arti di Torino Mostra aperta fino al 30 giugno 2024 Una mostra, una pubblicazione e un convegno per ricordare Francesco De Bartolomeis, docente ordinario per trentacinque anni all’Università degli Studi di Torino e poi Professore Emerito, Accademico ad honorem dell’Accademia Albertina di Belle Arti di Torino, decano dei pedagogisti italiani, critico d’arte e, in privato, anche artista, spentosi lo scorso anno all’età di 105 anni. La mostra - fortemente voluta da Rita Margaira, per anni sua compagna e collaboratrice - compone e restituisce attraverso un racconto organico, articolato in sezioni, alcune delle molteplici sfaccettature del lavoro teorico, dell’impegno nell’arte e nella società di un uomo che ha saputo lasciare un segno profondo nella storia culturale del Paese, grazie all’amore per la ricerca e alla posizione originale e non conforme alle pratiche culturali correnti. Una vita vissuta senza risparmiarsi è la formula della sua longevità, come egli stesso afferma: “La smodatezza, nel senso di buttarsi nelle cose, di continuare a partecipare. Mi salva il fatto di continuare a scrivere, pubblicare, incontrare gente”. Parlava con pochi della personale attività pittorica e di sperimentazione artistica sulla forma e sul colore, mentre, nell'intimo della casa, realizzava una considerevole produzione di opere su tavola e su carta, astratte e vivacemente policrome. Nell’allestimento, curato da Diego Giachello, quadrerie di pitture di minuscolo, piccolo e medio formato - più di 700 - sono le protagoniste dell’esposizione, quali interpreti di una “disubbidienza” curatoriale nello svelare questo aspetto quasi inedito. Fra le opere esposte alcune riportano un intervento postumo dell’amico artista Pino Chiezzi che, con cura e originalità, le ha incastonate asimmetricamente in cornici, fuori misura, recuperate nell’appartamento. Un video realizzato dall’artista Irene Pittatore raccoglie le interviste a Rita Margaira e a Pino Chiezzi, accompagnate da ventotto testimonianze di persone care a Francesco De Bartolomeis, girate in occasione dell’apertura al pubblico della sua casa-studio nel 2023: artisti e artiste con i quali ha condiviso importanti scambi, ex allieve, insegnanti e personaggi pubblici. Una raccolta dei numerosi volumi scritti per Feltrinelli, Loescher, La Nuova Italia e altri editori offre contezza della sua poderosa produzione nel campo della pedagogia, della critica d’arte e della pedagogia dell’arte. Una sezione della mostra, con documentazioni video ed esiti narrativi e fotografici di attività educative, è dedicata all’immenso lavoro da lui svolto con insegnanti e bambini in molte città in cui è stato consulente per tanti anni: Ivrea, Modena, Riccione, Rivoli, Torino. Questa mostra vuole anche testimoniare il suo essere “pedagogista di base” in quanto padre dell’antipedagogia, perché De Bartolomeis con il sistema dei laboratori e l’insegnamento diede impulso a uno dei periodi più innovativi della storia dell’educazione proponendo una trasversalità progettuale che collegava teoria e pratica. Un’impostazione basata sulla sperimentazione che servì a indicare nuove rotte ai servizi educativi territoriali e alla scuola. Il catalogo, pubblicato da Prinp Editore, raccoglie contributi di Piero Bianucci, Mario Calabresi, Lorenzo Campioni, Pino Chiezzi, Edoardo Di Mauro, Maurizio Maggiani, Rita Margaira, Lisa Parola, Anna Pironti, Irene Pittatore, Claudio Strinati, Tea Taramino, Paola Zanini. Durante il convegno, a cura di Aldo Garbarini, vice presidente GNNI / Gruppo Nazionale Nidi e Infanzia, interverranno tra gli altri: Antonia Labonia, Presidente GNNI; Rita Margaira, promotrice della mostra Girare intorno all’arte; Piero Bianucci, scrittore e divulgatore scientifico. È stata invitata l’Assessora alle Politiche Educative della Città di Torino. IL POSTO DELLE...

Duration:00:08:42

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Ada Vigliani "La foto mi guardava" Katja Petrowskaja

5/6/2024
Ada Vigliani "La foto mi guardava" Katja Petrowskaja Adelphi www.adelphi.it Salone Internazionale del Libro di Torino Sala Berlino del Centro Congressi si terrà l’evento “Lo scrittore e il suo doppio”, un dialogo tra Katja Petrowskaja e la sua traduttrice italiana, Ada Vigliani (in collaborazione con Adelphi e L’AutoreInvisibile). L’incontro sarà moderato da Valentina Parisi. Domenica 12 maggio, ore 13:00 Katja Petrowskaja al Circolo dei Lettori di Novara con Barbara Cottavaz Salone Internazionale del Libro di Torino / Salone Off Lunedì 13 maggio, ore 18:00 «Gli occhi del minatore mi hanno perseguitata per mesi, come fossero quelli di un lupo mannaro, mi ritrovavano sempre, e sempre erano rivolti direttamente a me, al tempo stesso vicini e lontani». Traduzione di Ada Vigliani «La foto mi guardava. Quella vicinanza mi ipnotizzava, ne ero addirittura spaventata. Non sapevo nemmeno dove si trovasse Krasnoarmijs’k, eppure quell’uomo era lì davanti a me, fin troppo vicino, e mi soffiava in faccia il fumo della sua sigaretta». Per anni, Katja Petrowskaja si è cimentata in un genere tanto antico quanto arduo, l’ecfrasi: non già di dipinti, ma di fotografie. Fotografie in cui si è imbattuta in una mostra, in un libro, in un mercato delle pulci; fotografie d’autore o riaffiorate dal suo archivio personale. Fotografie, sempre, dalle quali si è sentita scrutata, indagata, interpellata – come nel caso del minatore del Donbass avvolto dal fumo di una sigaretta. In un’epoca in cui dalle immagini siamo sopraffatti – tanto che, per sbarazzarcene in pochi istanti, abbiamo imparato a farne lo scrolling –, la Petrowskaja ha scelto l’audace via dell’osservazione lenta e minuziosa, l’unica in grado di spiegare l’attrazione che suscitavano in lei, e insieme di renderle parlanti, di svelarne segreti, di ricostruire la realtà che circondava quel lembo in apparenza inerte di vita, di trasformarle in storie. Storie che hanno spesso a che vedere con la Storia, con le «date che continuano a mordere», con le ferite immedicabili del Novecento, con le speranze infrante e le fedi vanificate dal tempo. Le fotografie scelte dalla Petrowskaja – dalla piccola Mira sopravvissuta al ghetto di Varsavia alla «triste poesia» dell’America fissata da Robert Frank, dalle restricted areas dell’Unione Sovietica al portone della Lubjanka incendiato nel 2015 da Pëtr Pavlenskij – scrutano, indagano, interpellano noi tutti, e la loro ecfrasi si rivela magnifico racconto. Katja Petrowskaja studia Lettere e Slavistica all’Università di Tartu, in Estonia, e dopo una serie di studi di ricerca alla Stanford University e alla Columbia University, si laurea a Mosca. A quasi trent’anni si trasferisce a Berlino, dove inizia a lavorare come giornalista per testate russe e tedesche. Vincitrice nel 2010 di una borsa di ricerca della Fondazione Robert Bosch per la realizzazione della sua opera prima, nel 2013 si aggiudica il premio Ingeborg Bachmann con un capitolo del suo romanzo d’esordio Vielleicht Esther, pubblicato per intero nel 2014 (Forse Esther, Adelphi, 2014). Salutato dalla critica come un capolavoro, nel 2014 il romanzo ottiene una nomination al premio della Fiera del libro di Lipsia e l’ aspekte-Literaturpreis, e nel 2015 il premio Ernst Toller e il premio strega europeo. IL POSTO DELLE PAROLE ascoltare fa pensare www.ilpostodelleparole.it Diventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/il-posto-delle-parole--1487855/support.

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Maria Pia Pagani "Primadonna"

5/5/2024
Maria Pia Pagani "Primadonna" Novelle per Eleonora Duse Prefazione di Toni Iermano Bibliotheka Edizioni www.bibliotheka.it È stata definita "la più grande attrice del mondo" e di certo è stata la più celebre della sua epoca. Simbolo del teatro moderno, per Eleonora Duse essere primadonna era uno status che andava ben oltre il sistema dei ruoli imperante nella scena italiana. Era infatti una condizione pressoché naturale, per un'anima come la sua. Era arrivata al successo dopo una lunga gavetta che le aveva fatto conoscere la fame, la mancanza di una stabilità domestica e pesanti delusioni affettive, ma che aveva stimolato molto la fiamma della sua ambizione. La sua immagine di primadonna si è radicata nell’immaginario collettivo anche grazie alle novelle di vari autori italiani che - per la prima volta nella letteratura dusiana - sono qui presentate. La galleria testuale abbraccia un arco temporale che va dal 1887 al 1925, ovvero da quando la Duse comincia a brillare come primadonna a livello internazionale, a un anno dopo la sua morte. Ne fuoriesce un ritratto a tutto tondo, fra realtà e finzione, di una donna capace di travalicare i confini del tempo e divenire immortale. Maria Pia Pagani Ricercatrice in Discipline dello Spettacolo all'Università degli Studi di Napoli "Federico II". Dottore di ricerca in Filologia Moderna, è socio del Pen Club e collabora da anni con la Fondazione “Il Vittoriale degli Italiani”. È autrice di molti studi sul teatro nelle terre slave, il teatro dannunziano e la figura di Eleonora Duse, pubblicati dalle maggiori case editrici mondiali. È membro del comitato scientifico di varie riviste accademiche internazionali, tra cui “Stanislavski Studies”. Dirige la collana di studi teatrali e sullo spettacolo “Il Parlaggio”, ed è responsabile per l’Italia nel progetto internazionale “The Theatre Times”. Tra le sue pubblicazioni recenti: Ammiratrici di Eleonora Duse (2022); Creatura di poesia. Vita in versi di Eleonora Duse (2023); Goldoni al Vittoriale (2023). È membro del Comitato Nazionale per le Celebrazioni della Morte di Eleonora Duse (1924-2024). IL POSTO DELLE PAROLE ascoltare fa pensare www.ilpostodelleparole.it Diventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/il-posto-delle-parole--1487855/support.

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Giosué Boetto Cohen "Le case dell'anima"

5/5/2024
Giosué Boetto Cohen "Le case dell'anima" Minerva Edizioni www.minervaedizioni.com Le case della vita, dove è passata profonda la storia. Le case profeta, dove sono nate, con anticipo, le scelte e le idee. Le case degli amati, che abbiamo sentito così nostre. La casa della maturità, a lungo immaginata e attesa, e che oggi contiene tutte le altre. Quanto sono state importanti, le case, nella nostra vita? Quanto ci siamo sentiti felici, protetti, commossi, finalmente noi stessi, insieme o da soli, richiudendoci una porta alle spalle?Abbiamo sognato a occhi bene aperti, preparando per noi e per altri e finalmente attraversando le nuove stanze. O magari un giardino. Siamo stati rapiti da luoghi non nostri, ma che sono diventati anche nostri, per una stagione o per sempre. Ci siamo fermati davanti a un oggetto, una cosa, un messaggero che della casa è diventato parte inscindibile. Abbiamo soprattutto vissuto, pensato, ritrovato la memoria delle persone e dei fatti. Questo è il racconto di un uomo che cresce e delle sue case. Le case della vita, dove è passata profonda la storia. Le case profeta, dove sono nate − con grande anticipo − le scelte e le idee. La casa della maturità, a lungo immaginata e attesa, che contiene, in fondo, tutte le altre. E oggi le guarda dall’alto di una collina di rara bellezza. Immersa com’è nella natura, lontana dalle cose per cui non abbiamo più tempo, ha cambiato la vita dei protagonisti. Giosuè Boetto Cohen. Ha iniziato a collaborare nel 1977, ancora liceale, al “Giornale nuovo” di Indro Montanelli.Entrato a Rai Uno nel 1987 è stato autore e conduttore di molti programmi culturali, tra cui La storia siamo noi. Con il film d’animazione 3D Apa l’Etrusco (musiche e voce di Lucio Dalla) ha vinto il premio Unesco al Festival del Cinema di Montreal del 2012. Dal 2010 al 2023 ha scritto sul “Corriere della Sera”, dal 2013 per l’Editoriale Domus. Da un decennio cura mostre e allestimenti per importanti musei internazionali. Ha pubblicato Intervista con Oriana (Rizzoli, 2011), L’arte di sfidare il tempo (Rizzoli, 2017), L’americano (Asi, 2018), Più di là che di qua (Ycp, 2022). Con il romanzo Il giovane Giorgetto (Asi, 2021), tratto dalla vita di Giorgetto Giugiaro, ha vinto il premio Best in Classic per il miglior libro sui temi dell’auto. IL POSTO DELLE PAROLE ascoltare fa pensare www.ilpostodelleparole.it Diventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/il-posto-delle-parole--1487855/support.

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Marina Botta, Davide Adamo "Voci dal paesaggio del Nord"

5/4/2024
Marina Botta, Davide Adamo "Voci dal paesaggio del Nord" Nell'arte di Britta Marakatt-Labba e Lars Lerin Pinacoteca Civica, Como Fino al 13 ottobre 2024 Al centro della ricerca dei due artisti contemporanei - tra i più rinomati nell’arte scandinava - c’è l’osservazione e la rappresentazione di una regione del Nord Europa, ancora in gran parte allo stato naturale, l'attenzione per il valore e la fragilità del paesaggio, il clima e l’identità dei luoghi, con la loro storia, cultura, mitologia e tradizioni. La loro visione artistica è un racconto che non si limita ad una contemplazione estetica, ma coinvolge in un’esperienza più profonda, cognitiva e sensoriale. Le loro opere raccontano l’anima dei luoghi e diventano scene di vita e di azioni dell’agire umano: le case e il lavoro dei pescatori nei piccoli porti delle isole Lofoten, i boschi di betulle della regione del Värmland, la vita nomadica dei Sami/lapponi e le loro proteste per difendere le loro terre e i pascoli delle renne, insidiati sia dallo sfruttamento delle risorse naturali che dai cambiamenti climatici. Obiettivo della mostra è quello di stimolare un dibattito sul valore e la fragilità del paesaggio, e incentivare la consapevolezza che il valore e la bellezza del paesaggio dipendono da come lo usiamo e come lo viviamo: anche i “luoghi” hanno una propria identità e una propria “voce” che dobbiamo imparare ad ascoltare. Il percorso espositivo propone al visitatore un’immersione sensoriale nel paesaggio nordico tra forme, colori, profumi e materiali richiamati da betulle, pini, muschi, licheni, legni, sassi e conchiglie, pelli di renna e i colori del cielo d’inverno e del mare ghiacciato. Il dialogo tra arte e natura nordica viene sviluppato da Britta Marakatt–Labba e Lars Lerin con diverse tecniche: la prima con i ricami e il secondo con l’acquerello. I due artisti ci trasmettono le loro percezioni e i loro legami a paesaggi di campi innevati, di boschi e di mare, facendoci percepire il freddo, il silenzio e l’immensità degli spazi, includendo oltre ai valori ambientali, culturali e sociali, i significati simbolici ereditati dalla loro mitologia e dalla loro storia In mostra a Como vengono presentati i ricami di Britta Marakatt–Labba, artista tessile e pittorica strettamente legata alla narrativa Sami, una cultura che attraversa il Nord di Norvegia, Svezia, Finlandia e Russia. Figlia di allevatori di renne e cresciuta in un territorio dal clima rigido, i suoi ricami narrativi eseguiti con sottili fili di lana, seta e lino su tessuto bianco, disegnano la storia di un popolo poco conosciuto e ancora in cerca di legittimazione, nonostante le sue antichissime origini. Il suo mezzo d’espressione, l’ago e il filo, evidenziano l’estetica della lentezza e portano a riflessioni sulla saggezza silenziosa degli animali, su tutto ciò che vive, sottolineata dalla presenza di renne, corvi, figure mitologiche Sami. Le sue storie e racconti del popolo Sami sono stati esposti in tutto il mondo, in particolare a Documenta (Kassel, Germania) nel 2017 e alla Biennale di Venezia nel 2022. Gli acquarelli di Lars Lerin, pittore e scrittore, raccontano percezioni e legami a paesaggi di boschi e di mare, facendoci capire il freddo, il silenzio e l’immensità degli spazi: le case e il lavoro dei pescatori nei piccoli porti delle isole Lofoten, i boschi di betulle della regione del Värmland raccontano “l’anima” dei luoghi e diventano quindi “scene” di vita e di azioni dell’agire umano. Considerato uno dei principali artisti scandinavi nella tecnica dell'acquerello, Lerin ha tenuto mostre personali e collettive in musei e gallerie d'arte in Svezia, Danimarca, Finlandia, Francia, Isole Faroe, Islanda, Germania, Norvegia e Stati Uniti. Le sue opere sono esposte in Svezia e Norvegia. Scrittore, ha pubblicato più di cinquanta libri, e il testo di saggistica “Naturlära – Imparando dalla Natura” è stato premiato con l'August Prize 2014. Britta Marakatt-Labba (1951) proviene da una...

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Lio Attilio Gemignani "Sassi piatti"

5/4/2024
Lio Attilio Gemignani "Sassi piatti" Marco Saya Editore www.marcosayaedizioni.net Dalla prefazione di Bianca Tarozzi: “Prerogativa dei sassi piatti è quella di scivolare velocemente sull’acqua per poi rimbalzare più volte. Tuttavia alla fine il sasso affonderà, è inevitabile. Questo lancio, però, esalta i momenti luminosi del rimbalzo quando la grazia vince la pesantezza.Il titolo della raccolta di Gemignani è metafora della poesia: un lancio avventuroso di parole che l’abilità del poeta salva da una fine immediata, una improvvisa vittoria contro la forza di gravità, contro l’oblio. La poesia è una luce istantanea che splende e decade, una stella filante, una cometa fuggitiva. Il libro contiene dunque un catalogo di istanti significativi del passato e del presente, degli “oggetti desueti” di quel passato che brevemente affiorano, nitidi e luminosi.” L’apparente semplicità di Ludovica Mazzuccato Immergendomi nella lettura di Sassi piatti mi è tornata alla mente una massima di Diogene da Sinope: “Ho buttato via la mia tazza quando ho visto un bambino bere con le mani direttamente dalla fonte”. L’autore - Lio Attilio Gemignani - ha, infatti, il prezioso dono di vivificare quella semplicità che solo la ricchezza interiore è in grado di incarnare. Viviamo, purtroppo, in un secolo in cui il termine semplicità viene inteso in una accezione negativa che non gli appartiene nemmeno a livello etimologico (semplice, dal latino sine plico, senza piega). Probabilmente la post-modernità non può prendersi il lusso di considerare la semplicità per ciò che è, ossia una virtù. Il filosofo francescano Guglielmo di Ockham nel XIV secolo arrivò a postulare che la semplicità sia sinonimo di verità: “a parità di fattori la spiegazione più semplice è da preferire”. Al contrario di quanto si possa pensare, scrivere poesie semplici non è per nulla facile, è necessario avere grandi doti, è molto più alla portata di tutti comporre versi complessi; infatti, basta aggiungere, aggiungere e ancora aggiungere orpelli come una donna che nel tentativo di apparire nasconda dietro al trucco e ai vari accessori la sua vera bellezza. Gemignani arriva così al cuore del lettore con questa sua disarmante semplicità. Poesie che anche a livello stilistico non mancano di nulla avendo spento il superfluo per lasciare che l’essenziale racconti la storia infinita della vita. Lio Attilio Gemignani è nato a Montecarlo (Lucca) nel 1938. Vive dal 1966 a Oderzo (Treviso).Pubblicazioni:POESIE (1989), edizione in 150 copie fuori commercio con prefazione di Arturo Benvenuti.MIA TOSCANA (1998), Maria Pacini Fazzi Editore (Lucca) con prefazione di Luciano Erba.LA MEMORIA E IL GUADO (2004), Edizioni della Meridiana (Firenze) con prefazione di Sauro Albisani.Per le edizioni Biblos, i testi in poesia dei libri fotografici di Giuliano Casagrande, EMOZIONE COLORE (2004) e EMOZIONE COLORE INDIA (2006).IL FRUSCIO DELL’AQUILONE (2013), Marco Saya Edizioni (Milano) con prefazione di Gio Batta Bucciol e una lettera di Sauro Albisani in postfazione.QUELLO CHE RESTA (2018), Marco Saya Edizioni (Milano), prefazione di Giulio Maffii, (1º Premio internazionale di poesia edita sesta edizione 2018. Le Grazie - Portovenere, La Baia dell’Arte).ODERZO BELLA MIA (2020), Gianni Sartori Editore (Ponte di Piave), i testi ai disegni di Pio Giabardo. LE STAGIONI DELL’AMORE - Poesie dedicate alla donna. Gianni Sartori Editore (2021) (Ponte di Piave). Per l’Associazione Aiuto Donna - Oderzo.La rivista Poesia gli ha dedicato un servizio nel N° 257.Lio IL POSTO DELLE PAROLE ascoltare fa pensare www.ilpostodelleparole.it Diventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/il-posto-delle-parole--1487855/support.

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Antonella Cilento "Il sole non bagna Napoli"

5/4/2024
Antonella Cilento "Il sole non bagna Napoli" Bottega Errante Edizioni www.bottegaerranteedizioni.it Questa è la città dove ai bambini poveri per due secoli si insegna a suonare perché allietino la morte dei vecchi ricchi o dove i bambini si castrano perché cantino, soavi come angeli, nelle cappelle e nei teatri o dove le bambine e i bambini si vendono, in cambio del pane, ai soldati americani, dove i bambini sparano o sono sparati. Questa è la città dove i ragazzi si ammazzano fra loro, dove un giovanissimo ladro di Rolex spara tre colpi in petto a un giovane musicista e va a giocare a carte. Ossa e angeli, morte e vita, eros e thanatos, come se piovesse. Un reportage narrativo sulla città più raccontata e chiacchierata al mondo: dal momentaneo buio di un distacco di retina, Antonella Cilento entra nelle ombre di una città dove tanto il sole quanto il mare sono apparenze esterne. Napoli, attraversata dal centro alle periferie e lungo i suoi innumerevoli strati temporali, riappare da parole di scrittrici e scrittori, da Felix Hartlaub a Fabrizia Ramondino, da E.T.A. Hoffmann a Eduardo De Filippo, da Giuseppe Montesano ad Anna Maria Ortese e molti altri. Mappe, decumani, specchi, giardini pensili, pavimenti, maghe, picari e madonne ricompongono un puzzle vivente di una creatura, forse femmina, molto antica, sfuggente e notturna: è fatta di carta, è solo immaginaria? Con gli occhi chiusi o al sole, da lontano e da vicino, Napoli sorprende e cattura, qualche volta inganna. Antonella Cilento (Napoli, 1970) insegna scrittura creativa dal 1993, ha fondato e dirige da trent’anni Lalineascritta Laboratori di Scrittura. Dal 2018 coordina e insegna nel primo master di scrittura e editoria del Sud Italia, SEMA. È uscito per Bompiani nel 2021 La caffettiera di carta. Inventare, trasfigurare, narrare: un manuale di lettura e scrittura creativa, intenso racconto del suo lavoro di maieuta. Dirige da quattordici anni la rassegna di letteratura internazionale STRANE COPPIE. Ha scritto per la radio, il cinema e il teatro, è stata segnalata agli esordi dal premio Calvino e ha vinto il premio Tondelli con la sua tesi di laurea. Con Lisario o il piacere infinito delle donne (Mondadori, 2014, tradotto in molti paesi) è stata finalista al premio Strega 2014 e vincitrice del premio Boccaccio 2014. Fra gli ultimi libri: Bestiario napoletano (Laterza, 2015), La madonna dei mandarini (NN editore, 2015), Morfisa o l’acqua che dorme (Mondadori, 2018). Nel 2022 è uscito Solo di uomini il bosco può morire per Aboca edizioni. Attualmente collabora con “la Repubblica – Napoli” e con “Donne Chiesa Mondo”. IL POSTO DELLE PAROLE ascoltare fa pensare www.ilpostodelleparole.it Diventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/il-posto-delle-parole--1487855/support.

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Angela Staude "Premio Terzani"

5/4/2024
Angela Staude "Premio Terzani" vicino/lontano Al festival, che celebra Tiziano Terzani nel ventennale della sua scomparsa, un articolato percorso a lui dedicato: a integrare la 20^ edizione del Premio Terzani - che va quest’anno alla giornalista irlandese Sally Hayden e assegna una Menzione Speciale al poliedrico artista-attivista cinese Al Weiwei – ci sarà un’intervista d’autore con lo scrittore cileno Benjamin Labatut, finalista 2024, condotta dal matematico Furio Honsell. E l’incontro che vedrà protagonista lo scrittore bosniaco Damir Ovčina, anche lui finalista come autore di “preghiera nell’assedio”, accanto a Domenico Quirico e Paola Caridi. L’inaugurazione, martedì 7 maggio, sarà siglata dalla proiezione di “Tiziano Terzani: il viaggio della vita”, l’intimo biopic di Mario Zanot con materiali dell’archivio familiare e registrazioni audio inedite. E poi i libri, con la riedizione di “Lettere contro la guerra” (Longanesi) e i due libri di Jacopo Storni, “Tiziano Terzani mi disse”, e di Andrea Bocconi, “Viaggiare e non partire”, entrambi in uscita per Ediciclo. Sally Haiden "E la quarta volta siamo annegati" Sul sentiero della morte che porta al Mediterraneo Bollati Boringhieri www.bollatiboringhieri.it Nel 2018 la giornalista Sally Hayden inizia a ricevere via Facebook richieste d’aiuto da parte di prigionieri detenuti nelle carceri in Libia, migranti che avevano tentato di attraversare il Mediterraneo per scappare da guerre e dittature. A quei messaggi ne seguono molti altri che riportano foto trafugate delle torture subite nelle prigioni, insieme a informazioni sconcertanti che inizialmente nessun giornale era disposto a pubblicare. Hayden decide così di ripercorrere la rotta dei migranti, raccogliendo testimonianze uniche, interpellando vittime, governi, istituzioni e organizzazioni internazionali. L’estenuante percorso migratorio dall’Africa al Mediterraneo, fra morti, abusi di ogni tipo e riscatti esorbitanti, suscita indignazione, tanto quanto apprendere della negligenza delle organizzazioni internazionali come l’ONU e dell’impotenza delle ONG. Ma, soprattutto, l’autrice si sofferma sulle politiche migratorie dell’Unione Europea che hanno contribuito indirettamente ad alimentare il traffico di essere umani. Questa inchiesta cruda e coraggiosa ha la capacità di far emergere le spaventose contraddizioni di un Occidente che ha paura di perdere i propri privilegi. Riesce a scuotere le coscienze e a far riflettere sulle nostre responsabilità collettive e individuali, restituendo voce a chi se l’è vista negare. Sally Hayden è una giornalista irlandese. Attualmente è corrispondente dall’Africa per l’«Irish Times», ma ha scritto anche per «Financial Times», «Time», «Washington Post», «Guardian», «New York Times», collaborando anche per CNN International, BBC, VICE News, Al Jazeera e Newsweek. Ha fatto parte della commissione del premio anticorruzione di Transparency International e nel 2019 è stata inserita nella lista Forbes «Under 30» dei media in Europa. Il suo primo libro, E la quarta volta siamo annegati, è stato nominato come miglior saggio dell’anno da «New Yorker», «Guardian», «Kirkus» e «Financial Times» e ha vinto numerosi premi internazionali, fra cui l’Orwell Prize for Political Writing, il Michel Déon Prixe, il Post Irish Book of the Year Award e il Post Irish Book Award for Nonfiction. IL POSTO DELLE PAROLE ascoltare fa pensare www.ilpostodelleparole.it Diventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/il-posto-delle-parole--1487855/support.

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Brunetto Salvarani "Quel che manca non si può contare"

5/4/2024
Brunetto Salvarani "Quel che manca non si può contare" Re Salomone e il libro di Qoèlet Edizioni Dehoniane Bologna EDB www.dehoniane.it Va presa sul serio l’attribuzione, da parte della tradizione ebraica, del libro di Qoèlet al re Salomone. Eppure, a prima vista nulla sembra più lontano dal messaggio del Qoèlet – «Vanità delle vanità, tutto è vanità…» – del re di Israele più grande di sempre, sapiente oltre ogni misura, fortunato in amore e straordinariamente dotato di ricchezze. Cosa si nasconde, dunque, dietro tale misteriosa assegnazione? Quale enigma si cela fra le ruvide riflessioni di un saggio ebreo che non cita la Torah, non fa menzione di Gerusalemme e sembra ben poco attratto dalla prospettiva di un aldilà? Seguendo il filone della teologia narrativa, il libro reinventa, sulla scorta del midrash ebraico – primo livello di lettura – la storia di re Salomone a partire dagli anni belli della giovinezza e della costruzione del tempio a Gerusalemme; lo seguiamo, poi, nella sua progressiva crisi e maturazione quale futuro autore del Qoèlet. Nel secondo livello di lettura il libro biblico è situato nel contesto della nostra cultura post-moderna, in cui sta riemergendo dal passato, in maniera sotterranea ma evidente, un’istanza sapienziale che può rispecchiare i propri dubbi, le proprie faticose speranze e le proprie perplessità in personaggi biblici sui generis come lo stesso Qoèlet. Brunetto Salvarani è teologo, giornalista, scrittore e docente di Missiologia e Teologia del dialogo ecumenico e interreligioso presso la Facoltà Teologica dell’Emilia-Romagna di Bologna e gli Istituti di scienze religiose di Modena, Bologna e Rimini. Dirige la rivista «QOL», è presidente dell’Associazione italiana Amici di Neve Shalom – Wahat al-Salam e della Fondazione Pietro Lombardini per gli studi ebraico-cristiani. Fra i suoi libri più recenti: Dopo (2020); Di neve di pioppi e di parole (2021); L’alterità come grazia (2021); Fino a farsi fratello di tutti (2022); Guardare alla teologia del futuro (2022); Quando un musicista ride (2023); Oltre la guerra (2023); Senza Chiesa e senza Dio (2023). IL POSTO DELLE PAROLE ascoltare fa pensare www.ilpostodelleparole.it Diventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/il-posto-delle-parole--1487855/support.

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Marco Campedelli "Lessico disobbediente"

5/4/2024
Marco Campedelli "Lessico disobbediente" Parole per una rivoluzione quotidiana Prefazione di Alex Zanotelli Gabrielli Editori www.gabriellieditori.it Le parole sono fragili, un segno sulla carta, un soffio che esce dalla bocca. “Lessico disobbediente”, le parole antifasciste di Marco Campedelli in collaborazione con Adista. Questo libro raccoglie parole. Sono fragili, un segno sulla carta, un soffio che esce dalla bocca. Eppure hanno una forza ancestrale: quelle dei miti, dei grandi racconti. Custodiscono la memoria che abbiamo perduto. Sono parole-alberi, parole-mare. Su di esse possiamo arrampicarci verso la luce, tuffarci, talvolta naufragare. Questo campionario di parole è un appello a ritrovarle, a scandirle, a liberarle se imprigionate, a tenerle strette dentro la bufera. Sono parole marginali, lasciate ai bordi. Non addomesticate. (Dall’introduzione dell’Autore) Oggi viviamo in una società di sonnambuli, una società che sperimenta un “intontimento psichico”. Una società che, senza accorgersene, sta ballando sull’orlo del precipizio o dell’“inverno nucleare” o dell’“estate incandescente”. Ecco perché ritengo così importante il lavoro critico, fatto con la parola e la penna, dell’amico Marco Campedelli, dentro la società civile come dentro la Chiesa. (Dalla prefazione di Alex Zanotelli) «Le parole a margine, quelle scritte sui bordi della pagina. Annotate, risucchiate dal testo e messe in salvo. Le parole scritte a matita, accompagnate dalla grammatica della punteggiatura. Un punto esclamativo, se è una parola ritrovata, quella che aspettavamo apparire prima o dopo all’orizzonte. Oppure un punto interrogativo a volerle come indagare, rovesciare a gambe all’aria. Le parole marginali o emarginate. Le parole fragili o quelle prestate al potere o alla guerra.» Marco Campedelli, narratore e teologo, nasce a San Michele Extra, Verona (le sue antiche genealogie montanare affondano le radici nella Lessinia veronese e nell’Altopiano di Asiago). Allievo del Maestro burattinaio Nino Pozzo, continua il suo “Teatro Mondo Piccino” (1923). Studia teologia a Verona e a Padova, conseguendo il Dottorato con il Prof. Aldo Natale Terrin sulla relazione tra poesia, rito e teatro. Ha avuto poi come maestri i teologi Marcelo Barros e José Maria Castillo. Con Claudiana ha pubblicato una trilogia su Alda Merini, Dario Fo, Eduardo De Filippo. Gli ultimi lavori del suo Teatro civile sono dedicati a don Lorenzo Milani, S. Francesco e la guerra e Sostiene Pereira. Parte delle poesie che Alda Merini gli ha dettato sono raccolte nel libro “Nel cerchio di un pensiero” (Crocetti). A lui e alla memoria di Giorgio Gaber la poeta milanese ha dedicato “La clinica dell’abbandono” (Einaudi). Scrive per Adista e per Rocca. È impegnato nella lotta per i Diritti e la libertà di coscienza, anche nella Chiesa. Il suo ultimo libro “Lessico disobbediente. Parole per una rivoluzione quotidiana” con prefazione di Alex Zanotelli è pubblicato da Gabrielli editori (2024), un libro nato in collaborazione con Adista. IL POSTO DELLE PAROLE ascoltare fa pensare www.ilpostodelleparole.it Diventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/il-posto-delle-parole--1487855/support.

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Cristina Lora "Figli di un unico blu"

5/3/2024
Cristina Lora "Figli di un unico blu" Ronzani Editore www.ronzanieditore.it «Ogni mio dipinto dava voce alle vite sciorinate dalla strada: dei senzatetto, delle prostitute o di chi, come me, era stato messo al bando dal giudizio onnipotente di detentori di una verità assoluta». È il sessantaseiesimo compleanno di Agnese, ma lei non lo ricorda, del suo passato non rammenta nulla; solo gli inservienti di Casa Serena e un piccolo pacchetto regalo consegnato in forma anonima le parlano di questo giorno: una camicia a fiori, delle rose e un libro, Figli di un unico blu, che una volontaria della casa di cura inizia subito a leggerle. L’ascolto della storia della diciottenne Paola, scappata di casa per fuggire alla violenza del padre e all’indifferenza della madre, avrà sulla memoria immobile di Agnese degli effetti imprevedibili. Destini che si incrociano e si perdono, vite sospese che si riconoscono l’un l’altra e si abbracciano nella comune lotta per rimarginare le ferite. Paola, che trova rifugio tra i capannoni di una zona industriale, abbattuta dall’efferato odio paterno per le sue scelte e che non perderà mai la speranza di risollevare la sua vita e seguire le sue passioni; Amedeo, rinnegato da chi amava, spogliato di qualsiasi illusione e poi abbandonato a se stesso; Giosuè, un bambino dagli occhi blu che attraversa la vita con il sorriso, colmo di gioia, naturalmente portato a voler aiutare gli altri, che si affeziona a Paola e Amedeo tanto da considerarli la sua famiglia; e Daniel, giovane imprenditore dal passato doloroso che da solo si prende cura del suo fratellino dagli occhi blu e la cui rara generosità ridonerà a Paola e Amedeo fiducia nel mondo. In un mondo che, nel corso della narrazione, farà scoprire al lettore tante vite che chiedono di essere ascoltate. Un romanzo corale contemporaneo fatto di dolore e affetti, di sofferenza e riscatto, di ingiustizia e speranza; l’esordio letterario di Cristina Lora che le ha già valso importanti riconoscimenti come inedito, tra i quali: Premio letterario “Sandomenichino”, Premio letterario internazionale “Montefiore”, Premio letterario internazionale “Città di Sarzana”, Concorso nazionale di poesia e narrativa “Vittorio Alfieri”, Premio nazionale di poesia e narrativa “Alda Merini”, Concorso internazionale “Molteplici Visioni d’Amore – Cortona Città del Mondo”, Premio internazionale di letteratura “Per troppa vita che ho nel sangue”, Concorso letterario nazionale per poeti e narratori “Le parole arrivano a noi dal passato”, Premio letterario nazionale “Set Art”. Cristina Lora (Valdagno, 1969), non riesce a star lontana dalla vita. Cerca assiduamente il contatto con la natura rigogliosa che la circonda e con le emozioni delle persone che incontra quotidianamente; portatori di storie che diventano spunto per le sue opere liriche e in prosa. Scrivere non è il suo mestiere, bensì una passione nata dal desiderio di dar voce a esistenze che spesso si ritrovano a non averne. Una passione che le ha portato numerosi riconoscimenti letterari, dal nord al sud dell’Italia, tra i quali il Fiorino d’Argento al Premio Firenze. Figli di un unico blu è il suo romanzo d’esordio. IL POSTO DELLE PAROLE ascoltare fa pensare www.ilpostodelleparole.it Diventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/il-posto-delle-parole--1487855/support.

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Mario Capanna "Palestina Israele"

5/3/2024
Mario Capanna, Luciano Neri "Palestina Israele" Il lungo inganno, la soluzione imprescindibile Mimesis Edizioni www.mimesisedizioni.it Chi ha fatto fallire gli accordi di Oslo? Chi ha favorito e finanziato la crescita di Hamas fino alla tragedia attuale? In questo libro, Mario Capanna e Luciano Neri riportano la loro esperienza diretta dalla Cisgiordania, da Gaza e da Israele, privi dei condizionamenti della propaganda occidentale. Un viaggio iniziato ormai oltre cinquant’anni fa, negli anni Settanta, che ha portato a incontri, relazioni e preziose testimonianze dai territori occupati. Documentando in modo rigoroso e con numerose fotografie le responsabilità nella mancata soluzione del conflitto, gli autori mostrano con chiarezza che l’unica alternativa a una guerra che sembra destinata a durare in eterno è la pacifica creazione di un vero Stato palestinese che possa convivere con quello di Israele. Mario Capanna (1945), politico, scrittore e attivista. Leader studentesco nel Sessantotto, Segretario nazionale di Democrazia Proletaria fino al 1987, è esponente ambientalista e pacifista, coltivatore diretto e apicoltore. È stato consigliere regionale della Lombardia, consigliere comunale di Milano, parlamentare europeo e deputato nazionale per due legislature (1983-1992). Tra i suoi libri ricordiamo, oltre al grande successo Formidabili quegli anni (1988), Il fiume della prepotenza (1996), Lettera a mio figlio sul Sessantotto (1998), L’Italia viva (2000), Verrò da te (2003), Coscienza globale (2006), Il Sessantotto al futuro (2008), Per ragionare (2010), Noi tutti (2018), EVO (2022). Luciano Neri è un analista geopolitico, con particolare interesse per le aree del Medio Oriente e dell’America Latina. Già responsabile esteri di Democrazia Proletaria, membro del Coordinamento Europeo dei Movimenti per la Pace, consigliere politico al Ministero degli Esteri e presidente del Consiglio regionale dell’Umbria, ha fondato e coordinato il Gruppo di Dialogo per la pace tra israeliani e palestinesi. Componente della Direzione nazionale dell’associazione 24marzo, è anche presidente del Cenri – Centro Relazioni Internazionali. IL POSTO DELLE PAROLE ascoltare fa pensare www.ilpostodelleparole.it Diventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/il-posto-delle-parole--1487855/support.

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Lorenzo Cipriani "Mare Nostrum"

5/3/2024
Lorenzo Cipriani "Mare Nostrum" Navigando nella storia: un periplo del mondo antico in barca a vela Giunti Editore www.giunti.it Lorenzo Cipriani è un esploratore a 360 gradi del nostro tempo, perché è sempre alla ricerca delle origini della nostra civiltà con la sapienza di chi non separa mai Scienza e Umanesimo ma li intreccia per ascoltare le voci antiche dentro la babele del presente e comporle in quadri viventi che suscitano quelle domande a cui solo il futuro potrà dare una risposta. In questo libro appassionato e multiforme racconta il suo viaggio in barca a vela lungo le rotte mediterranee dei popoli che hanno fondato l’Occidente, approdando nei porti delle terre e delle isole che furono protagoniste del mondo antico. L’itinerario si sviluppa dall’Italia alla Grecia fino a Istanbul, le isole dell’Egeo e la costa turca, per tornare poi verso casa passando da Creta, Malta, Sicilia, Sardegna e le isole Baleari. Greci, Etruschi, Fenici, Romani, Genovesi, Veneziani, Pisani, Amalfitani, Turchi, Bizantini, Ottomani e Sardi sono fra i popoli che hanno navigato il Mare Nostrum: Cipriani intrattiene un faccia a faccia con le loro interessanti storie, mette a fuoco personaggi talvolta bizzarri, racconta leggende anche un poco strane ed evoca miti non sempre edificanti. Arte e narrazione, ma anche poesia e musica, si intrecciano in questo libro per proporre non solo una guida coinvolgente per futuri viaggi ma soprattutto un’immersione totale dentro la Natura, che sempre nutre e insegna. Di volta in volta l’autore è stato anche accompagnato da quattro triglie, comprate in ogni porto per una ricerca scientifica ad alto livello sulla presenza di microplastiche nelle loro viscere e poi saltate in padella per il palato degli ospiti italiani e stranieri che si sono avvicendati su Milanto. Per questo siamo di fronte a un vademecum disincantato ma energizzante rivolto a un’anima che voglia ritrovare sé stessa dietro le mistificazioni della nostra società contemporanea. Lorenzo Cipriani è storico dell’arte, musicista, scrittore e storyteller. Come skipper naviga per i mari del mondo, collaborando con il dipartimento di Biologia dell’Università di Firenze per ricerche scientifiche sulle microplastiche. È progettista e responsabile culturale di varie istituzioni pubbliche e private. Ha realizzato Gli Spaesati, un ciclo di podcast su opere d’arte disperse nei grandi musei del mondo. Fra i suoi ultimi libri: Pistoia. Arte-Storia-Cultura (Gli Ori 2019) e Il respiro dell’oceano. Giro del mondo in barca a vela ai tempi del covid (I libri di Mompracem 2022). Fotografo, è in uscita Art Odyssey (Metilene) su questo stesso viaggio nel Mediterraneo. IL POSTO DELLE PAROLE ascoltare fa pensare www.ilpostodelleparole.it Diventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/il-posto-delle-parole--1487855/support.

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Ezio Sinigaglia "Colpo gobbo" Franz Bartelt

5/3/2024
Ezio Sinigaglia "Colpo gobbo" Franz Bartelt Prehistorica Editore www.prehistoricaeditore.it Io, quando ci do dentro a bere, mi fermo fra trenta e quaranta. Sempre birra. Non mischio mai. Trenta o quaranta birre, ce n’è abbastanza – credo – per vedere il mondo a colori. Più di così, sarebbe un vizio, una droga, una brutta china... Pur non disdegnando l’alcol il bizzarro protagonista di questa storia non è un poco di buono; è un “tipo di sinistra” in fondo, “che ai soldi non bada mica” – dice. Certo, le ferme convinzioni di questo filosofo da bancone sono messe a dura prova questa sera, la sera in cui, in una bettola, incontra “l’idiota” (un altro?): un tipo “sbronzo marcio”, che si vanta di possedere un sacco di grana. È dal torbido – del malto e dell’animo umano – che Franz Bartelt (già premio Goncourt) attinge, in questo romanzo dalle tinte ambrate ma che l’ironia e uno spiccato gusto per l’iperbole impediscono di aderire completamente al genere noir; un fuoco d’artificio piuttosto, una barzelletta sporca forse, una fiaba nera tesa a suscitare sorpresa, umorismo e terrore. Figlio di un ebanista polacco e di madre normanna, Franz Bartelt nasce in Francia nel 1949, e con la famiglia si stabilisce nelle Ardenne. Impara presto a leggere nei romanzi polizieschi divorati dalla madre e inizia a scrivere all’età di quattordici anni. L’anno successivo lascia la scuola per guadagnarsi da vivere prima con piccoli lavori e poi, dall’età di diciannove anni, in una cartiera; dal 1985 fa della scrittura la sua unica occupazione. Ad oggi ha dato alle stampe una quarantina di libri, spaziando dalla poesia al teatro, dalla novella al romanzo: l’incontenibile immaginazione e la precisione stilistica ne fanno uno scrittore raro e amato dal grande pubblico. Ha ottenuto numerosi premi tra cui spiccano il PRIX DES HUSSARDS, il PRIX MYSTÈRE DE LA CRITIQUE, il GRAND PRIX DE L’HUMOUR NOIR e il prestigiosissimo PRIX GONCOURT DE LA NOUVELLE. In Francia è pubblicato dall’editore Gallimard. Giuseppe Girimonti Greco ed Ezio Sinigaglia, i traduttori di questo libro, lavorano spesso in tandem; insieme hanno tradotto e curato opere di Charles Perrault, Julien Green, Marcel Proust, Boileau&Narcejac e legor Gran. IL POSTO DELLE PAROLE ascoltare fa pensare www.ilpostodelleparole.it Diventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/il-posto-delle-parole--1487855/support.

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