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La corsa dei leader per candidarsi alle elezioni europee dell'8 e 9 giugno, la possibile maggioranza che potrebbe guidare l'UE nei prossimi 5 anni e le sfide che ci attendono. Ne parliamo nella seconda puntata del Podcast AGI "L'Europa s'è desta". In studio il vicedirettore Alberto Di Majo, il corrispondente da Bruxelles Brahim Maarad e il candidato, in Francia, Sandro Gozi. Quest'ultimo, già eurodeputato e segretario generale del Partito Democratico europeo e in campo con la lista "Besoin d'Europe", fa un bilancio dell'ultima legislatura, cominciata con la Brexit, e traccia le priorità future

Ci siamo quasi. L'appuntamento è per l'8 e il 9 giugno: si voterà per le elezioni europee. Saranno tanti i leader in campo, soprattutto donne. Ne parliamo nella prima puntata del podcast di Agi 'L'Europa s'è desta'. In studio il direttore Rita Lofano, il vicedirettore Alberto Di Majo, il corrispondente da Bruxelles Brahim Maarad e la candidata di 'Libertà' Laura Castelli.

Dilagano le proteste nei campus universitari americani e si teme che la rivolta possa contagiare anche le aziende. Google ha già licenziato una cinquantina di dipendenti per una levata di scudi contro Israele. Entra nella terza settimana il processo a Manhattan contro Trump che vede assottigliarsi il suo vantaggio su Biden nella sfida per la Casa Bianca. Autogol della governatrice del South Dakota Kristi Noem, papabile vice di The Donald, che nelle anticipazioni sul suo libro racconta di aver sparato al suo cagnolino di 14 mesi uccidendolo perché indisciplinato. La rivelazione sembra aver stroncato le sue chances di candidatura. L’indipendente Robert Kennedy si è intanto qualificato in California per questa imprevedibile corsa presidenziale e tre.

Mike Johnson rischia il posto da Speaker, ma poi non così tanto. Se la deputata ultraconservatrice Taylor Green vorrebbe sfiduciarlo per i compromessi raggiunti in Aula con i dem su enormi pacchetti di spesa (compresi i 61 miliardi di dollari di aiuti americani all’Ucraina) c’è chi gli guarda le spalle, niente di meno che Donald Trump. L’ex presidente è a processo a New York entrato nel vivo dopo la selezione della giuria che ha richiesto un’intera settimana: 7 uomini e 5 donne, selezionati tra centinaia di newyorkers, compresi 2 avvocati, un’insegnante e un terapista del linguaggio. Il verdetto dovrebbe arrivare a giugno. Intanto si infiamma la protesta degli studenti pro Palestina nelle università, da Columbia a Yale, dall’MIT all’Emerson College. E poi uno spettacolo da non perdere, la Luna rosa.

Si preannuncia un'edizione dei record con l'affluenza nei primi giorni già superiore al periodo finora più fortunato. Miriam Mirolla, critico d'arte contemporanea, docente all'Accademia di Belle Arti spiega il motivo del successo: "Perché questa mostra è un manifesto dello spirito del tempo"

William Penny Brookes è stato uno dei principali promotori dei Giochi olimpici moderni: i suoi Wenlock Olympic Games, che si tengono ogni anno in Gran Bretagna, hanno ispirato il barone De Coubertin e il suo sogno sfociato nella creazione del Comitato Olimpico Internazionale

La parità di genere ai Giochi Olimpici: Parigi 2024 segna la prima edizione dove gareggeranno tante donne quanti uomini, nello stesso numero di gare e sport. Una parità raggiunta dopo 124 anni anche grazie ad Alice Milliat, fondatrice dei Giochi Femminili

Che passione il curling: da sconosciuto sport del ghiaccio, con antiche tradizioni scozzesi, ai successi dei nostri Azzurri alle Olimpiadi 2022. E poi il record di medaglie fatto segnare del Team Italia alle Olimpiadi Giovanili invernali di Gangwon in Corea del Sud

Giudici imparziali cercasi, ne servono 12, per il processo del secolo, quello contro Donald Trump, l’unico ex presidente degli Stati Uniti finito alla sbarra per reati penali. Parliamo dei soldi pagati alla pornostar Stormy Daniels per tacere sulla loro relazione. Il paradosso è che se a novembre venisse rieletto, Trump potrebbe governare dal carcere. Biden, mentre il Medio Oriente è in ebollizione, dice no ad una legge separata sugli aiuti a Israele dopo l’attacco dell’Iran come vorrebbero i repubblicani ma chiede un provvedimento complessivo, con i finanziamenti anche per l’Ucraina e gli altri alleati.

I diritti civili irrompono nella campagna presidenziale. Donald Trump si schiera contro il divieto di abortire in America e fa arrabbiare gli elettori evangelici mentre Biden recupera terreno negli Stati in bilico. E prende corpo una pazza idea: che il candidato indipendente Robert Kennedy jr, che vale oltre il dieci per cento, possa affiancare The Donald come vicepresidente

Gli Stati Uniti si preparano a un’invasione di cicale. Miliardi di questi insetti emergeranno dal sottosuolo ad aprile, come non avveniva dal 1803 quando alla Casa Bianca c’era Thomas Jefferson. Cospirazionisti calma, non è la fine del mondo, non è una piaga d’Egitto, non c’entra nulla l’eclissi solare del prossimo 8 aprile. Non è colpa di Calamity Trump che torna a fare comizi nel Midwest mentre la campagna di Biden annuncia di voler riconquistare la Florida. Il Sunshine State, dove il tycoon è di casa, non sembra in bilico in queste presidenziali a stelle e strisce ma il diritto all’aborto sì e per i dem si tratta di una battaglia già vinta, come alle elezioni di metà mandato del 2022. Ne parliamo con il corrispondente da New York Massimo Basile e con il vice direttore di Agi, Alberto Di Majo

Trump ottiene una (mezza) vittoria in Tribunale: potrà pagare 175 milioni, e non più quasi 500, come cauzione di un processo civile per frode immobiliare. Si avvicina invece il giudizio sui pagamenti alla pornostar Stormy Daniels. Intanto i sondaggi riducono la forbice tra i due sfidanti alle presidenziali di novembre: Biden è a 4 punti da Donald

Pressing della Casa Bianca su Israele: i due leader si sono parlati per la prima volta dopo un mese di gelo. Intanto Donald Trump ha meno di una settimana per raccogliere mezzo miliardo di dollari per pagare la multa relative alla causa per frode a New York, in attesa del ricorso in appello. Joe Biden è alle prese con uno scarso entusiasmo in Georgia, tinta di blu per la prima volta nel 2020, dove ha vinto le primarie la scorsa settimana con il 95% dei consensi ma alle urne sono accorsi solo in 290.000. Last but not least , Bernie Sanders ci fa concorrenza con un nuovo podcast

"Georgia in my mind" non “è solo una vecchia dolce canzone”, per citare proprio Ray Charles. La strada delle presidenziali americane ci porta in questo Stato del Sud che già oggi potrebbe assegnare la nomination dei rispettivi partiti a Joe Biden e Donald Trump. La Georgia non è l’unico Stato in cui si vota alle primarie odierne (dove i due contendenti corrono senza rivali), ma è quello che assegna più delegati. Perché "Georgia in my mind" ? Perchè la Georgia è sicuramente “nei pensieri” di The Donald, rinviato a giudizio in Georgia per interferenze nelle presidenziali del 2020. È sicuramente anche “nei pensieri” di Biden che sempre nel 2020 strappò la Georgia ai repubblicani come non avveniva dai tempi di Bill Clinton, per un soffio. "Georgia in my mind" non “è solo una vecchia dolce canzone”. È stato un manifesto politico di pacificazione nel 1960, quando venne portata al successo dal padre della musica soul. Era l’anno in cui i democratici incoronarono John Kennedy per la corsa alla Casa Bianca e lui lanciò la “Nuova Frontiera dell’America”. Parole che risuonano molto attuali: “Non è una frontiera che assicuri promesse ma soltanto sfide, ricca di sconosciute occasioni, ma anche di pericoli, di incompiute speranze e di minacce. Delle sfide che l’America si trova a fronteggiare parliamo con il nostro ospite di oggi, uno dei volti più noti del giornalismo Rai, Antonio Di Bella, che ha appena pubblicato il suo ultimo libro, edito da Solferino: “L’America al bivio”.

L’America si prepara alla partita di ritorno tra Biden e Trump, dopo il contestato uno a zero dell’andata nel 2020 per il presidente in carica. Due candidati certi (dalle incerte condizioni psicofisiche). L’esito del Super Tuesday di primarie non è mai stato così scontato. Solo una spina nel fianco di The Donald: Nikki Haley, in netto svantaggio ma che potrebbe decidere abbandonare il campo del Grand Old Party e di correre da sola, come indipendente. Su Biden incombe il voto degli “uncommitted”. La politica estera gioca un ruolo importante. Ne parliamo con Paolo Messa, già direttore del Centro studi americani, consigliere di amministrazione della Rai e dal 2018 al 2023 dirigente di Leonardo. Messa è tra i “key experts” del think tank Atlantic Council.

Non parliamo di Eva Kendall ma di Kristi Noem, non è una spia ma la governatrice del South Dakota che nel 2020 regalò a Donald Trump una miniatura (di oltre un metro) del Monte Rushmore ma con scolpito anche il volto del 45esimo presidente. Oggi Noem vede le sue quotazioni salire come papabile vice nel ticket repubblicano. Joe Biden corre da solo alle primarie del Michigan, ma tra le proteste degli arabo americani per il sostegno a Israele. Con Dario Laruffa, volto storico del Tg2 e corrispondente dagli Stati Uniti, viaggiamo tra ritorno al passato e sfida per il futuro con questo rematch per la Casa Bianca che molti americani non vogliono.

AGI - Le sneaker d’oro rivendute a prezzi folli, la quotazione del suo social e l’acqua di colonia della vittoria “numero 47” perché Donald Trump vuole diventare il 47esimo inquilino della Casa Bianca. Intanto si scaldano i motori per le primarie repubblicane della South Carolina, sabato 24 febbraio dove l’elettorato afroamericano gioca un ruolo importante. Ne parliamo con Giuseppe Sarcina del Corriere della Sera che per molti anni è stato corrispondente dagli Stati Uniti e con il nostro Massimo Basile da New York.

Alla vigilia del secondo anniversario dell’invasione dell’Ucraina, l’arcivescovo di Mosca, mons. Paolo Pezzi, racconta la domanda di pace che percorre la società

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Marta Allevato, giornalista del'AGI e autrice del librio 'La Russia moralizzatrice' ricostruisce il percorso che ha portato alla morte della società civile nel Paese e delle responsabilità dell'alleanza tra i Patriarcato e il Cremlino