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Radio degli studenti universitari di Cagliari. Mission del media è raccontare il movimento culturale e la città nei suoi molteplici aspetti

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Cagliari, Italy

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Radio degli studenti universitari di Cagliari. Mission del media è raccontare il movimento culturale e la città nei suoi molteplici aspetti

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@UnicaRadio

Language:

Italian

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39(0)70-675.6390


Episodes
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Fabrizio Congia, il viaggio infinito nel teatro

10/29/2025
L’attore, regista e insegnante cagliaritano racconta il suo percorso artistico, dalla formazione itinerante ai progetti futuri. Tra passione, sperimentazione e amore per il teatro come luogo d’incontro e crescita. Per Fabrizio Congia, il teatro è più di una professione. È una scelta di vita, fatta di incontri, studio e continua ricerca. La sua formazione è nata attraverso workshop in tutta Italia, un percorso itinerante che ha lasciato un segno profondo nel suo modo di lavorare. “Viaggiare e imparare in contesti diversi mi ha cambiato”, spiega Congia. “Ogni esperienza è una lezione. Inoltre, ogni persona che incontri sul palco o dietro le quinte ti aiuta a crescere”. Nel corso degli anni, ha portato i suoi spettacoli fuori dalla Sardegna, arrivando anche all’estero. “In Spagna ho scoperto un pubblico diretto, sincero. Quell’esperienza mi ha fatto capire che il teatro è davvero universale. Infatti, le emozioni non hanno lingua”. Congia si divide tra due ruoli: attore e regista. Due mondi diversi ma complementari. “Recitare significa essere nel momento, sentire il ritmo del pubblico. Dirigere, invece, vuol dire creare una visione. Tuttavia, entrambe le esperienze mi completano. Non potrei scegliere una sola parte di me”. Oggi, oltre a calcare le scene, è anche insegnante di recitazione a Talenti Stravaganti. “Cerco di trasmettere ai miei allievi l’amore per la verità del gesto e della parola. Allo stesso tempo, loro mi restituiscono entusiasmo e freschezza. È uno scambio continuo, ed è questo che rende viva la scuola”. Talenti Stravaganti unisce teatro comico, tragedia, musical e commedia sarda. “Mi sento a casa nella commedia”, racconta Congia. “È un linguaggio diretto e sincero. Ti permette di far ridere e pensare allo stesso tempo. Così il pubblico si riconosce e riflette”. Guardando alla scena teatrale cagliaritana, Congia vede nuove energie. “Ci sono giovani che credono nel teatro e vogliono restare in Sardegna. Questo mi dà speranza. Quindi, penso che il futuro sia nelle mani di chi osa”. Infine, anticipa i suoi prossimi progetti. “Sto lavorando a una nuova regia e a un laboratorio dove parola, musica e movimento dialogano tra loro. Perché il teatro, in fondo, è un viaggio. E io non ho alcuna intenzione di fermarmi”.

Duration:00:09:15

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Andrea Ibba Monni: Ferai ed il teatro per tutte e tutti

10/28/2025
La ricerca teatrale di Andrea Ibba Monni si muove tra performances colorate e fuori dagli schemi e irriverenti provocazioni: la grande lezione di vita di Ferai Teatro Fra Andrea Ibba Monni e il teatro è stato amore a prima vista, sin dalle prime recite a scuola. La sua formazione ha incluso diversi laboratori e scuole, in parallelo a quella universitaria: consegue infatti una laurea in Scienze Politiche, e in seguito, inizia a collaborare con Ga'. Dopo un'infelice esperienza sotto la direzione di un regista, "incoraggiati" dallo stesso a farsi il loro teatro, Andrea e Ga' lo presero in parola. Nasce così Ferai Teatro: compagnia teatrale, ma anche scuola di teatro, in continua evoluzione. Quello che caratterizza Ferai è la costante ricerca e sperimentazione tra performances e spettacoli, a volte anche agli estremi, e le tematiche sempre molto attuali e all'insegna dei diritti civili e dell'inclusione. Andrea Ibba Monni contribuisce a rendere questa atmosfera carica e coinvolgente con uno stile recitativo poliedrico e senza confini né compromessi. Un attore dai tanti volti La creatività e la solida formazione di Andrea hanno permesso la creazione di personaggi originali che compaiono a più riprese nelle produzioni di Ferai. Ma non è finita qui: queste creature bucano la quatra parete, e spesso e volentieri si interfacciano con il pubblico. Sono tre, tutti di sesso femminile. Il primo è Nastasia Philippovna, nato da un rifiuto da parte di Pierfranco Zappareddu nel prendere Andrea in un suo spettacolo. Non certo per carenza tecnica, ma per il fatto che fosse pensato "per sole donne". Alla fine, il personaggio verrà ricordato dallo stesso maestro Zappareddu come "La santa dai sette volti", riconoscendo di fatto la qualità del lavoro di Ibba Monni. Nel 2021 nasce invece Greta Sofia Pilloni. L'attore la definisce una "supereroina", una Diva, una Drag Queen simpatica ed esuberante che si diverte a provocare la platea e a raccontare le sue avventure. Infine, degna di menzione è la professoressa Maria Gabriella Cotza. Docente di idee conservatrici, xenofobe e omofobe, e grande ammiratrice di Paolo Truzzu. Insomma, un'evidente caricatura satirica nei confronti dell'ex-sindaco del capoluogo. Uno sguardo al futuro Nell'attuale sede di via del Fangario, nei prossimi tempi ci saranno diversi appuntamenti. I più prossimi sono "Non si sc**a con i Fascisti", che avrà come protagonista proprio Greta Sofia, e poi le repliche di Resa Totale e Incondizionata, andato in scena nella prima metà dell'anno, il quale si propone di chiudere un percorso lungo e toccante, iniziato con lo spettacolo "La Battaglia delle Bestie Ferite" e i workshop paralleli "Hole of Fame: Beasts of Love" e "Hole of Fame: Showdown".

Duration:00:10:36

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Intervista Kantera: Matteo e Manuel Garau si raccontano

10/27/2025
Ai microfoni di Unica Radio abbiamo ospitato Matteo e Manuel Garau due fratelli imprenditori che si definiscono: "Start-upper". Ci parlano del loro progetto chiamato: "Kantera". Follia, Responsabilità ed Entusiasmo Il progetto si presenta come una piattaforma digitale con la missione di ridurre il disallineamento tra i giovani e il mondo del lavoro. Il loro approccio si distingue per un cambio di paradigma fondamentale: partire dalla persona anziché dal curriculum vitae tradizionale. I due fratelli identificano una profonda disconnessione tra le modalità di recruiting attuali e le competenze native delle nuove generazioni, in particolare la Generazione Z. Evidenziano come le soft skill cruciali, ad esempio l'adattabilità — sviluppata naturalmente attraverso sfide come la pandemia — siano ampiamente sottovalutate dalle aziende. Kantera si propone di colmare questo divario attraverso un "CV 2.0" che permette ai giovani di raccontare esperienze di vita (sport, progetti personali) traducendole in competenze professionali. La Persona Prima del Curriculum Durante l'intervista i due giovani imprenditori descrivono l'avvio del progetto come un percorso intenso, nato "da zero, con pochi mezzi e da uno scantinato". La loro esperienza iniziale è riassunta in tre parole chiave: follia, responsabilità, entusiasmo. Ci dicono poi che il loro consiglio principale per chiunque voglia avviare un'idea da zero è di "buttarsi", sottolineando che le competenze si possono imparare lungo il percorso e che non bisogna ricercare la perfezione fin dall'inizio, poiché essa può sottrarre energie preziose. Analisi delle Sfide Giovanili e del Mercato del Lavoro L'esperienza di Manuel con il suo precedente progetto, il podcast "Generazione Z", ha permesso di raccogliere dati diretti sulle preoccupazioni degli studenti. Quello che Manuel ha potuto constatare è sicuramente un Disorientamento Post-Diploma. Molti studenti non sanno se proseguire con l'università, cercare lavoro o avviare un'attività propria. Dinamiche interne L'intervista ha toccato anche aspetti relativi alla gestione interna e alle relazioni esterne del progetto. Ad esempio la collaborazione tra fratelli, in cui come hanno spiegato: la dinamica lavorativa funziona grazie a una chiara suddivisione dei ruoli sin dall'inizio e a competenze complementari. Gli scontri su punti di vista diversi non sono visti come problemi, ma come "aiuti a trovare nuove idee, trovare nuove soluzioni". Progetti Futuri È in programma un tour di attività con scuole e università, che per ora si concentrerà sul territorio della Sardegna. Potete trovare tutte le info utili nel loro sito internet: www.kantera.it

Duration:00:23:32

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Antonio Fosci il viaggio tra arte e natura

10/26/2025
Antonio Fosci un pensionato che abbraccia l'amore per l'arte e per la natura. Il suo messaggio è un binomio perfetto tra la bellezza e la vita che si riproducono su tela. Antonio Fosci ospite di una intervista semplice ma piena di leggerezza, si racconta e lascia spazio all'immaginazione dell'ascoltatore, che lui stesso accompagna nella profondità e nella coerenza di ciò che è sentire l'arte fin dentro l'anima. Pensionato, con alle spalle studi nautici, sorridendo ricorda i momenti trascorsi sui banchi di scuola a disegnare piuttosto che ascoltare le lezioni. Le ore trascorrevano imperturbabili, ma Antonio si lasciava cullare dall'amore delle sue matite che delineavano su carta da disegno forme e impressioni della sua mente-pensiero Un'anima mancina e artistica ma non compresa fin da subito Antonio sorride ripercorrendo quegli episodi, nei quali il suo insegnante bacchettava la sua mano sinistra affinché potesse imparare a scrivere con la destra. Questo fu un trauma per Antonio, fino all'età di trent'anni. Lui non si perse d'animo, in fondo nel corso della storia, tanti artisti immensi furono mancini; proprio per questo dopo una pausa Antonio iniziò a "ricreare" la sua passione per l'arte. Bravissimo nei ritratti, dove volti sembrano quasi poter essere sfiorati e accarezzati, dove solchi e rughe di espressione ricordano fisionomie di donne e uomini dell'entroterra. Paesaggi mozzafiato lasciano le porte aperte per un viaggio fatto con il proprio potere della mente, addolcendo il cuore. Antonio ama disegnare e rinnovarsi continuamente, imparando sempre nuovi e proficui stili. L'arte è un viaggio immenso dove non si finisce mai di imparare ed esplorare nuove e infinite possibilità. L'amore per l'arte ma anche per la natura Antonio Fosci non solo artista, ma anche un valido escursionista. Con la sua Associazione apre sentieri e percorre tratti e punti della Sardegna , prendendo ispirazioni dai luoghi visitati, osservati con cura e lungimiranza: ogni dettaglio diventa oggetto e soggetto delle sue creazioni su tela. Spiega come un ruscello possa diventare una colonna sonora e un semplice contadino attimo di percezione tra sogno e realtà tangibile. L'arte per lui è qualcosa di indecifrabile a parole, perché effettivamente il pensiero può solo plasmarsi in ciò che diventa forma espressa dal cuore. Mostre e collaborazioni Antonio Fosci è stato presente alla mostra dedicata ai suoi quadri nella galleria d'arte "La Ruota Della Fortuna" nel periodo di ottobre 2025 in Cagliari. In questo evento gli ospiti hanno potuto farsi dono di una esperienza visiva senza precedenti. E' stato collaboratore di altri progetti importanti dedicati sempre al mondo del disegno. Non perdere l'intervista integrale su Unica Radio.it Spotify Apple music

Duration:00:11:05

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Cristina Muntoni: trovare benessere con la parola e la calligrafia

10/25/2025
La trasformazione di Cristina Muntoni: dalla legge alla cura attraverso l’arte Dopo 15 anni come avvocata, Cristina Muntoni ha deciso di seguire una vocazione profonda, abbandonando progressivamente la carriera forense per dedicarsi alla ricerca storica e antropologica, alla scrittura saggistica e alla valorizzazione culturale del territorio. Una scelta maturata attraverso esperienze personali forti, come un grave problema di salute che le ha fatto comprendere quanto sia importante vivere in armonia con la propria essenza. Abracadabra: la parola che cura tra mito e neuroscienze Insieme al neurologo Alberto Priori, Cristina ha scritto "Abracadabra. Il potere curativo delle parole", edito da Milano University Press. Il libro è frutto di una ricerca interdisciplinare che mette in dialogo tradizioni sciamaniche, antichi rituali e neuroscienza moderna. Il filo rosso che collega culture diverse è proprio l’uso rituale della parola cantata, pronunciata e scritta. Le neuroscienze oggi confermano ciò che i miti antichi sembravano già sapere: la parola modifica il cervello, agisce sull’equilibrio emotivo e sul benessere fisico. Calligrafia e arte terapia: una palestra per la mente Presso l'Accademia di Arteterapia di Cagliari, fondata e diretta da Cristina, vengono proposti laboratori di calligrafia e scrittura rituale che fondono arte, simbolo e neuroscienze. La calligrafia non è solo un'espressione estetica, ma una pratica meditativa capace di rallentare il ritmo mentale, favorire la connessione interiore e attivare aree cerebrali coinvolte nella memoria, nella concentrazione e nell’equilibrio psico-emotivo. Scrivere con il pennino o creare l’inchiostro con il mallo di noce, afferma Cristina in un intervista con Unica Radio, diventa un rituale simbolico e spirituale, un atto che restituisce potere alla parola scritta, tanto da essere impiegato anche in ambiti clinici come l’Alzheimer e il Parkinson. Scrittura rituale: trasformare la vita con le parole La scrittura rituale, metodo ideato da Muntoni, ha portato cambiamenti concreti nella vita di chi l'ha praticata. Non è necessaria una bella grafia: è la consapevolezza del gesto e l’intenzionalità della parola a fare la differenza. Come racconta Cristina, molti partecipanti hanno riscoperto sé stessi, superato blocchi interiori e avviato percorsi di trasformazione profonda. Le parole come cibo: educare alla consapevolezza linguistica Cristina invita a considerare le parole come nutrimento: quelle che leggiamo, ascoltiamo e diciamo hanno un impatto reale sulla salute mentale e fisica. La sua missione è divulgare strumenti accessibili a tutti, come la calligrafia e la scrittura, per favorire benessere, bellezza e presenza in un mondo sempre più frenetico.

Duration:00:34:56

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Mesa Noa: l’emporio solidale della comunità sarda

10/24/2025
Nata come risposta concreta ai bisogni del territorio, Mesa Noa è oggi un punto di riferimento per oltre 400 soci che condividono valori di mutualismo, sostenibilità e partecipazione attiva alla vita comunitaria. L’idea di Mesa Noa nasce dal desiderio di creare un luogo di acquisto consapevole e accessibile. Il progetto risponde ai bisogni di una comunità in cerca di alternative al consumo di massa. Fin dall’inizio, l’obiettivo è stato quello di valorizzare i produttori locali e offrire prodotti etici e di qualità. Un emporio autogestito dai soci Mesa Noa è un emporio cooperativo autogestito. Ogni socio partecipa attivamente alla vita dell’emporio, contribuendo con tempo, idee e competenze. Questa forma di gestione condivisa crea senso di appartenenza e fiducia reciproca. L’autogestione rafforza la comunità e riduce i costi di gestione, garantendo prezzi equi per tutti. Oltre 400 soci: una comunità in crescita Oggi Mesa Noa conta più di 400 soci. Le persone scelgono di aderire per partecipare a un modello economico solidale, che mette al centro la relazione umana. Entrare in Mesa Noa significa condividere un progetto collettivo, basato su responsabilità, cooperazione e rispetto del territorio. Scelta dei fornitori e dei prodotti I fornitori vengono selezionati secondo criteri di sostenibilità, trasparenza e rispetto del lavoro. Mesa Noa promuove filiere corte e relazioni dirette con i produttori. Così garantisce qualità, prezzi accessibili e un giusto compenso a chi produce. Mesa Noa nel quartiere: impatto sociale e inclusione Situata in un quartiere popolare, Mesa Noa è diventata un punto di incontro e di mutuo aiuto. Lo spazio favorisce la socialità, il confronto e la solidarietà tra le persone. Cultura, educazione e futuro Oltre alla vendita, l’emporio organizza eventi e incontri culturali. L’aspetto educativo è centrale: promuove una nuova consapevolezza sui temi del consumo e dell’ambiente. Guardando al futuro, Mesa Noa punta a rafforzare la rete di consumo responsabile in tutta la Sardegna, creando nuove collaborazioni e progetti di comunità.

Duration:00:08:37

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Narrazioni positive: l’intervento di cataratta come viaggio verso la fiducia e la rinascita visiva

10/23/2025
Attraverso la voce della dottoressa Giulia Caminiti e della paziente Margaret, scopriamo come la chirurgia della cataratta diventi un percorso di serenità, fiducia e riscoperta dei colori della vita. La cataratta rappresentava per molti un segno inevitabile dell’età, un velo che appannava il mondo e limitava la libertà. Ma oggi la scienza e la chirurgia oculistica hanno trasformato questa esperienza in una straordinaria occasione di rinascita. Nel podcast Narrazioni positive, ideato da Alessandra Pili, la dottoressa Giulia Caminiti, responsabile della struttura semplice dipartimentale di oculistica dell’ASL di San Gavino, raccontava con tono umano e rassicurante la realtà di un intervento che restituisce colori, profondità e fiducia. Ogni operazione diventa una piccola storia di coraggio. Come spiegava la dottoressa Caminiti, la paura iniziale dei pazienti si scioglie quando comprendono che l’intervento di cataratta non è solo una procedura tecnica, ma un gesto di cura e di attenzione reciproca. “Il beneficio è immediato”, diceva, “e la serenità del paziente è fondamentale”. Una relazione di fiducia, costruita attraverso la parola, lo sguardo e il respiro, accompagna ogni passo verso la sala operatoria. Il respiro come chiave di equilibrio e fiducia Durante l’intervento, il respiro del paziente diventa un elemento cruciale. Mantenere un ritmo calmo e costante favorisce l’equilibrio dell’occhio e la sicurezza del chirurgo. “Quando il paziente respira con tranquillità,” raccontava la dottoressa, “il corpo si armonizza e tutto procede con più naturalezza”. In questo gesto si concentra il senso più profondo della medicina: la collaborazione tra medico e paziente, due protagonisti uniti da un obiettivo comune. La testimonianza della paziente Margaret Pageschi, di origini scozzesi, aggiungeva una dimensione autentica e commovente al racconto. La sua esperienza mostrava come la paura iniziale potesse trasformarsi in gratitudine e fiducia: “Pensavo di non farcela – spiegava – ma il personale mi ha messa subito a mio agio. Non ho sentito nulla, e ora vedo tutto più chiaro, più luminoso”. Un percorso di rinascita e fiducia nella cura Il miglioramento visivo dopo l’intervento, notava Margaret, arriva in pochi giorni: “La differenza è enorme, i colori tornano vivi”. La sua storia ricorda che dietro ogni atto medico c’è una persona che ritrova sé stessa. L’intervento di cataratta non è solo un momento chirurgico, ma un percorso di rinascita, in cui la competenza medica incontra la dimensione più umana della cura. Narrazioni positive non racconta soltanto una storia di salute, ma un dialogo di empatia tra chi cura e chi si affida. La voce della dottoressa Caminiti e quella della paziente Margaret intrecciano medicina, emozione e rinascita, dimostrando che la fiducia può essere la migliore terapia. Scopri il podcast Narrazioni positive su Unica Radio, Spotify e sui canali social dell’ASL di San Gavino: un viaggio nel mondo della medicina che restituisce luce agli occhi e serenità al cuore.

Duration:00:17:48

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Festival dell’Aerospazio 2025: la Sardegna guarda alle stelle con Marilisa Pischedda

10/21/2025
La direttrice del Festival dell’Aerospazio, Marilisa Pischedda, racconta come la Sardegna diventa laboratorio d’innovazione e sostenibilità. Giovani, scuole e istituzioni insieme per costruire il futuro tra scienza e sogni. Quando la passione per la scienza incontra la visione educativa, nascono progetti capaci di cambiare il modo in cui guardiamo al cielo. È questo lo spirito che anima il Festival dell’Aerospazio 2025, diretto da Marilisa Pischedda, fondatrice del centro di educazione e tecnologie ASTEC. Un evento che non si limita a raccontare il mondo dell’innovazione, ma lo fa vivere attraverso esperienze, laboratori e incontri che avvicinano studenti, università e imprese al futuro dello spazio. L’obiettivo è chiaro: portare l’aerospazio tra le persone, rendendolo accessibile e affascinante, soprattutto per i giovani. Come spiega Pischedda, “il festival nasce per costruire un ponte tra formazione, ricerca e industria, offrendo occasioni concrete per conoscere le opportunità di un settore che, pur essendo ancora poco conosciuto, offre prospettive reali di crescita professionale e umana”. L’aerospazio come strumento educativo e di crescita L’iniziativa ha già registrato numeri da record: laboratori sold out, scuole partecipanti da tutta la Sardegna — da Olbia a Cagliari, fino a Oristano e Nuoro — e un entusiasmo crescente tra studenti e docenti. I laboratori didattici coinvolgono non solo gli esperti di ASTEC, ma anche l’Agenzia Spaziale Italiana, l’Osservatorio Astronomico di Cagliari, Esero Italia e la Città della Scienza di Napoli, senza dimenticare la partecipazione dell’Aeronautica Militare, che proporrà attività pratiche per far scoprire il lato umano e tecnico del volo. “Non lezioni frontali, ma esperienze da toccare con mano”, sottolinea la direttrice, che crede nel valore dell’apprendimento attivo: un metodo che trasforma la curiosità in conoscenza e la conoscenza in vocazione. Il futuro è blu: sostenibilità e innovazione Il tema dell’edizione 2025, “Uno spazio in blu”, lega aerospazio e sostenibilità, due mondi solo apparentemente distanti. Il Concorso Spazio e Sostenibilità, rivolto a studenti e dottorandi di tutta Italia, premia i progetti che dimostrano come le tecnologie aerospaziali possano migliorare la vita sulla Terra. Le tre proposte vincitrici saranno celebrate nella cerimonia di premiazione in programma per venerdì mattina, simbolo di un futuro in cui la ricerca incontra la responsabilità ambientale. Verso un festival internazionale Guardando avanti, Marilisa Pischedda sogna un festival sempre più internazionale, capace di coinvolgere partner come l’Agenzia Spaziale Europea e di diventare un punto di riferimento per la ricerca aerospaziale nel Mediterraneo. “Il nostro obiettivo è costruire un network stabile che unisca giovani, istituzioni e imprese, creando progetti con radici in Sardegna ma con lo sguardo rivolto al mondo”, afferma Pischedda. Un passo dopo l’altro, il Festival dell’Aerospazio continua a dimostrare che, per volare in alto, servono sì le ali della tecnologia — ma anche il cuore, la curiosità e il coraggio di guardare sempre un po’ più su.

Duration:00:06:52

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Intrecci d’Arte: quando la parola incontra l’arte

10/17/2025
“Intrecci d’Arte” è un progetto culturale innovativo che unisce letteratura, musica, teatro, danza e arti visive, creando eventi in cui il pubblico vive un’esperienza immersiva e condivisa tra parole, suoni e immagini. L’idea nasce dal desiderio di superare i confini tra le discipline artistiche. Gli ideatori volevano creare un format in cui la parola scritta potesse dialogare con la musica, la luce, il corpo e la scena. “Intrecci d’Arte” è nato così: come un laboratorio di contaminazione creativa, dove la letteratura diventa il punto di partenza per un viaggio sensoriale e collettivo. Il significato dell’intreccio tra arti Il concetto di “intreccio” non è solo simbolico, ma pratico. Ogni progetto coinvolge scrittori, artisti visivi, musicisti, attori e tecnici in un lavoro corale. Le idee si fondono, le competenze si sovrappongono e ogni partecipante contribuisce alla costruzione di un’unica narrazione. È un processo artigianale, fatto di ascolto, dialogo e sperimentazione. La scelta delle opere letterarie e degli artisti Ogni evento ruota attorno a un libro diverso. La selezione nasce da temi universali, capaci di toccare corde profonde: la memoria, il viaggio, l’identità. Gli artisti vengono scelti in base alla loro sensibilità e alla capacità di reinterpretare il testo con linguaggi visivi o sonori complementari. L’obiettivo è sempre uno: dare vita a una nuova forma di racconto collettivo. Il ruolo del Teatro Houdini Il Teatro Houdini, con la sua atmosfera intima e visionaria, amplifica l’esperienza. Le luci, gli spazi e la vicinanza con il pubblico creano un contatto diretto, quasi magico. È un luogo che respira insieme agli artisti e rende ogni serata unica. L’evento “Bagaglio a mano per altre vite” Quest’ultimo appuntamento ha toccato il tema della reincarnazione e della memoria. Il pubblico ha reagito con emozione e introspezione, lasciandosi coinvolgere da musica e parole che evocavano vite passate e futuri possibili. Le sfide e il futuro di Intrecci d’Arte Coordinare tante forme d’arte richiede armonia e precisione. La sfida più grande è mantenere equilibrio tra estetica e racconto. Guardando al futuro, il progetto mira a nuove collaborazioni e format itineranti, per portare “Intrecci d’Arte” oltre il palcoscenico e farlo diventare un’esperienza diffusa e condivisa.

Duration:00:10:28

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Interfacce Uomo Macchina: Sveliamo i misteri dell’universo notte dei ricercatori 2025

10/7/2025
I Tre Pilastri della Ricerca: Mirtus, Visionary e Stop Me nell'Ambiti delle Interfacce Uomo Macchina Siamo allo stand di Bioingegneria in compagnia di Danilo Pani, dove discutiamo di Interfacce Uomo Macchina. Attualmente, sono attivi tre progetti principali che impiegano queste interfacce: il progetto europeo Mirtus, il progetto nazionale Visionary e il progetto PNRR a cascata Stop Me. Applicazioni Cliniche e la Sindrome di Rett Il progetto Stop Me sviluppa un sistema per le bambine affette dalla Sindrome di Rett, una patologia rara del neurosviluppo che causa la perdita della capacità di controllare i movimenti e la parola, sviluppando stereotipie motorie (movimenti ripetuti delle mani). Utilizzando sensori indossabili, un sistema di intelligenza artificiale riconosce la stereotipia e avvisa la bambina (con luce, suoni o vibrazioni) per tentare di interromperla. Inoltre, un sistema di letto-scrittura insegna alle bambine a leggere e scrivere impiegando solo i movimenti oculari, rappresentando un ulteriore metodo di interfaccia uomo macchina. Questa iniziativa si svolge in collaborazione con l'Associazione Italiana Sindrome di Rett e l'Università di Genova. Riabilitazione e Realtà Virtuale Cooperativa Gli altri progetti si concentrano sulla riabilitazione motoria, specialmente per pazienti che hanno subito un ictus e devono eseguire esercizi per l'arto superiore. Questi sistemi misurano il movimento o l'attivazione elettrica dei muscoli e forniscono feedback al paziente per migliorare l'esecuzione. Il progetto Mirtus è particolarmente innovativo: diversi pazienti eseguono lo stesso esercizio di riabilitazione simultaneamente, come se dovessero "remare tutti assieme" e coordinarsi, utilizzando la realtà virtuale (VR) per interagire senza potersi vedere o parlare direttamente. Questo richiede l'uso di tecnologie di calcolo piuttosto complesse. Settori Trasversali: Dal Gaming al Controllo Remoto Molte delle tecnologie utilizzate nella bioingegneria trovano ampia applicazione in ambiti diversi, in particolare il gaming (videogiochi). Ad esempio, i sistemi di eye tracking (per tracciare il puntamento degli occhi) sono stati originariamente concepiti per il gioco, non per la riabilitazione. Anche i visori di realtà virtuale impiegati nel progetto Mirtus sono normalmente usati per esperienze immersive ludiche o didattiche. L'attività muscolare misurata può essere utilizzata in modo semplice, ad esempio, per controllare droni o piccoli giochi tramite la contrazione dei muscoli dell'avambraccio. L'Impatto Futuro e la Diminuzione dei Costi Nei prossimi 20 anni, queste tecnologie influenzeranno significativamente la vita quotidiana, non solo in ambito clinico ma anche nell'interazione uomo macchina normale. Sistemi di motion capture (che rilevano la posizione della mano) e eye tracking sono già impiegati per controllare computer da remoto, consentendo operazioni come lo scroll o lo zoom senza toccare il monitor. Sebbene oggi abbiano un costo e un'applicazione più limitata, l'ingresso nella società sarà crescente. Un fattore cruciale è il calo dei costi: tecnologie che oggi sono molto complesse e costose da acquisire diventeranno molto economiche. A titolo di esempio, sistemi per elettromiografia di superficie che costano migliaia di euro commercialmente, sono stati sviluppati nel laboratorio Mid del Dipartimento di Ingegneria Elettronica con costi inferiori ai 100 euro. Questo calo garantirà una diffusione sempre maggiore, in particolare nell'ambito della biomedicina e riabilitazione.

Duration:00:06:19

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Laura Longo e la storia orale: ascoltare, raccontare e costruire memoria collettiva

10/5/2025
La docente Laura Longo condivide esperienze di ricerca e metodologia della storia orale, mostrando come ascolto, empatia e comunità siano strumenti chiave per costruire memoria e identità collettiva. Oggi ai microfoni di Unica Radio abbiamo ospitato la professoressa Laura Longo. Docente di scienze umane e filosofia. Longo ha un dottorato in storia delle donne e delle identità di genere e collabora come sociologa e formatrice con associazioni del terzo settore. La docente ha partecipato a Ludica, la scuola nazionale di formazione in storia digitale e pubblica, che si è tenuta a Cagliari questo Settembre, come rappresentante di AISO (Associazione Italiana di Storia Orale), ed ha illustrato obiettivi e attività dell’associazione, fondata nel 2006. AISO promuove la storia orale attraverso formazione, interviste, seminari e risorse online. Intervistare: ascolto ed empatia Secondo la professoressa Longo, condurre un’intervista richiede ascolto attivo e la capacità di decentralizzarsi, mettendo da parte pregiudizi per accogliere pienamente il punto di vista dell’intervistato. È importante rispettare i tempi di parola, valorizzare i silenzî e cogliere sfumature e dettagli non detti. L’intervistatore deve esercitare empatia, immedesimandosi nei ricordi e nelle esperienze dell’altro. La storia orale non mira all' oggettività assoluta, ma raccoglie le interpretazioni personali degli eventi. Questo strumento favorisce il dialogo, la coesione comunitaria e la costruzione della memoria collettiva, trasmettendo identità culturale alle nuove generazioni. Inoltre, può diventare un veicolo di pace, insegnando rispetto e apertura verso la diversità. Storia orale e scuola La professoressa Longo integra la sua esperienza di ricerca nella vita scolastica. Con gli adolescenti, è importante essere particolarmente attenti. Nei moduli di orientamento, educazione civica o PCTO (alternanza scuola-lavoro), la storia orale diventa un vero momento di ricerca attiva. I ragazzi possono studiare la propria microcomunità, il paese o tradizioni locali, come feste e modi di dire. Attraverso interviste, elaborano il canovaccio, fanno prove in classe, registrano audio o brevi video e condividono i risultati con i compagni. L’attività favorisce condivisione, crescita personale e cittadinanza attiva. Ricerca e comunità Tra le pratiche più significative c’è la creazione delle cosiddette “mappe di comunità”, realizzate con adolescenti. L’attività consiste nell’esplorare il territorio usando tutti i sensi: vista, olfatto e percezioni personali. I ragazzi prendono appunti, scattano foto e realizzano brevi video, creando vere e proprie mappe dei luoghi che ritengono significativi. In questo modo, non si osserva più la città dall’alto, ma secondo la prospettiva dei giovani. Spesso elementi che per gli adulti sembrano marginali, come un bar frequentato dagli adolescenti, diventano punti di interesse principali. Prima di uscire, i ragazzi pianificano l’esplorazione, confrontando poi i loro punti di riferimento con la realtà, scoprendo aspetti nuovi e inaspettati del territorio. La storia orale come strumento di pace e rispetto Longo conclude sottolineando il valore idealista ma necessario della storia orale che può diventare un veicolo di pace, insegnando ascolto, rispetto e apertura verso chi è diverso. Vedere le differenze come valore è un insegnamento fondamentale della storia orale, che arricchisce la comunità e favorisce la comprensione reciproca.

Duration:00:11:22

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EMC al Quadrato: L’App Gratuita per la Transizione Energetica in Contesti Multilingue

10/4/2025
Comunicazione Efficace e Nuove Tecnologie a Servizio della Transizione Energetica in Sardegna Siamo alla Notte dei Ricercatori e delle Ricercatrici per parlare del progetto EMC al quadrato, focalizzato sulla Transizione Energetica. Questo progetto, il cui nome esteso è “Energia nella Comunicazione nelle Comunità Multilingue e Multiculturali”, è presentato dalle professoresse Olga Denti e Michela Giordano, entrambe docenti di linguistica e traduzione di lingua inglese. Obiettivi e Contesto Multilingue L’obiettivo principale del progetto è migliorare la comunicazione riguardante la transizione energetica, un imperativo che tutti siamo chiamati a seguire. Il progetto si concentra specificamente sul miglioramento della comunicazione in italiano, inglese, francese, spagnolo e cinese. Gli studi mirano a risolvere le non poche difficoltà e le tante distorsioni cognitive che si riscontrano in questo ambito, in particolare in Sardegna. L’App: Uno Strumento di Raccordo Efficace Il cuore del progetto EMC al quadrato è la creazione di una app gratuita che agisce come intermediario chiave. Questa tecnologia mira a favorire la comunicazione nei contesti multilinguistici ed è pensata per fungere da punto di raccordo tra diversi attori: cittadini, le Comunità Energetiche Rinnovabili (CER), i produttori di fotovoltaico e le istituzioni. Sebbene la app sia ancora in fase di progettazione – realizzata dagli ingegneri – la sua versione finale arriverà molto presto, in quanto si tratta di un progetto intensivo della durata di sei mesi. Accessibilità e Consapevolezza per le Comunità Le app sono strumenti di comunicazione molto efficaci. La progettazione testuale multimodale dell'applicazione mira a rendere le informazioni facilmente leggibili e a divulgarle in modo semplice. Essendo multilinguistica, l’app risponde alle esigenze delle diverse culture e comunità presenti in Sardegna, chiamandole a usufruire delle informazioni nella loro lingua madre. L’utilizzo della app aiuta i cittadini a prendere consapevolezza e a trovare le informazioni necessarie per prendere decisioni relative alla transizione energetica. Applicazioni Burocratiche e Istituzionali Il progetto ha applicazioni concrete, specialmente a livello burocratico. L'app fornisce l’accesso a documenti istituzionali rilevanti, tra cui quelli che riguardano finanziamenti, fondi europei e le opportunità disponibili per la creazione di CER o per avviare la costruzione di impianti fotovoltaici e l’utilizzo dell'energia solare nelle abitazioni. I ricercatori del Dipartimento di Lingue, Lettere e Beni Culturali, insieme al Dipartimento di Ingegneria, si propongono di coinvolgere gli amministratori locali (comunali, provinciali e regionali) per diffondere l'uso di questa app.

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Notte dei Ricercatori: Il Progetto Sotto la Superficie e la Ricerca Ambientale

10/3/2025
Sotto la Superficie e la Ricerca Ambientale: I Foraminiferi Bioindicatori Svelano le Sfide della Terra che Cambia nella Ricerca Ambientale alla Notte dei Ricercatori e delle Ricercatrici il progetto "Sotto la Superficie Storie e sfide della terra che cambia," un esempio cruciale di Ricerca Ambientale. Il progetto è presentato dalla professoressa Carla Buosi, paleontologa del Dipartimento di Scienze Chimiche e Geologiche. Questo progetto nasce specificamente dalla profonda passione che gli studiosi nutrono per il nostro pianeta e per tutto ciò che è legato alla ricerca in campo ambientale. Il laboratorio si focalizza soprattutto su ricerche ambientali. I Foraminiferi: Strumenti per Datare il Passato e Monitorare il Presente Il nucleo centrale dello studio coinvolge dei microrganismi noti come foraminiferi. In campo geologico, questi organismi allo stato fossile consentono di ricostruire l'evoluzione ambientale degli ambienti terrestri e permettono di datare le rocce. Tuttavia, in ambienti attuali, questi stessi organismi sono considerati degli ottimi bioindicatori. I foraminiferi, in quanto bioindicatori, consentono di valutare lo stato di qualità ambientale degli ecosistemi marini. In termini pratici, dicono se un ambiente risulta inquinato oppure no, e sono in grado di indicare anche la tipologia di inquinamento presente. La Lotta Contro Inquinanti e Cambiamento Climatico Le ricerche in corso si concentrano in modo particolare sull'inquinamento generato dai metalli pesanti e sugli effetti che questi contaminanti producono sulle comunità di microrganismi. Inoltre, gli studi più recenti si stanno focalizzando sull'inquinamento causato dalla plastica e sugli effetti che questo tipo di contaminazione ha sia a livello cellulare che sull'intero sistema. Il lavoro di ricerca si concentra proprio sulle interazioni complesse tra il mondo animale, rappresentato da questi microrganismi, e la geologia, che comprende la superficie terrestre e gli ambienti marini. In un’ottica di emergenza climatica, questi organismi si rivelano strumenti fondamentali. Essi consentono infatti di costruire le oscillazioni climatiche avvenute nel passato, fornendo dati molto utili per poter prevedere come evolverà la situazione climatica nel futuro. Dal punto di vista ambientale, i foraminiferi permettono di determinare lo stato di qualità ambientale degli ecosistemi. Sebbene le ricerche sulle interazioni tra contaminanti e organismi siano ancora in corso, gli scienziati sono a un buon punto e sicuramente nei prossimi anni si avranno delle risposte complete su tutti questi processi, sia in riferimento al cambiamento climatico che ai cambiamenti ambientali. Il Ruolo dell'Università di Cagliari L'Università di Cagliari si pone attivamente nell'ottica dell'emergenza climatica e ambientale. Il Dipartimento di Scienze Chimiche Geologiche è particolarmente coinvolto in queste ricerche. Sia l'area chimica che l'area di geologia stanno studiando approfonditamente il cambiamento climatico e i cambiamenti ambientali da diversi punti di vista. Si tratta di progetti finanziati che, secondo gli esperti, daranno risultati concreti nei prossimi anni.

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Festival Corale Cagliari 2025: apertura con i Tenores di Bitti

10/2/2025
Il Festival Corale Città di Cagliari 2025, sostenuto dal Comune e organizzato dal Coro Collegium Karalitanum, celebra musica, lingua e identità sarda con un cartellone di concerti che intreccia tradizione e innovazione. Il Festival Corale Città di Cagliari 2025 inizia domenica 28 settembre. L’appuntamento è alle 19.30 nella chiesa di Sant’Eulalia. Sul palco saliranno i Tenores di Bitti Remunnu ‘e Locu e il Coro Collegium Karalitanum. Il concerto è a ingresso libero e gode del sostegno del Comune di Cagliari. L’evento apre una nuova edizione di un festival ormai riconosciuto. Ogni anno porta musica, identità e cultura al centro della vita cittadina. Il titolo scelto per il 2025 è “Sa limba mea est musica”. Il festival celebra la lingua e la musica sarda. La parola diventa canto. La tradizione si unisce alla contemporaneità. La serata inaugurale propone anche la “Ninna nanna campidanese” di Franco Oppo. Il compositore sardo ha fondato il prestigioso Festival Spaziomusica. La sua opera lega il canto popolare alla ricerca musicale. Il programma continua con tre serate speciali. Sabato 11 ottobreCoro Villa EcclesiaeCanti delle MiniereSabato 29 novembreCoro SerpeddìSabato 20 dicembreCuncordia a Launeddas Il festival mantiene la presenza costante del Coro Collegium Karalitanum. Il gruppo dialoga con le formazioni di musica popolare. Nascono incontri originali. La polifonia si intreccia con la tradizione. La sperimentazione arricchisce il repertorio. Il Festival Corale Città di Cagliari 2025 diventa così un viaggio sonoro. Racconta la Sardegna con la sua lingua e la sua musica. Ogni concerto costruisce un ponte tra passato e presente. Ogni voce diventa identità.

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Intervista Manuela Gasca

10/1/2025

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La scienza entra nelle scuole con RIALE-EU: abbattere le distanze

10/1/2025
Alla Notte dei Ricercatori a Cagliari, il progetto RIALE-EU porta gli studenti delle scuole secondarie dentro i laboratori di ricerca, offrendo esperienze scientifiche immersive e gratuite che stimolano interesse per le discipline STEM. Il progetto RIALE-EU alla Notte dei Ricercatori Durante la Notte dei Ricercatori a Cagliari, lo stand numero 27 ospita Fabrizio Murza e Davide Zedda, che raccontano il progetto RIALE-EU (Remote Intelligent Access Lab Experiments in Europe). Si tratta di un’iniziativa finanziata dalla Regione Sardegna e sostenuta dai fondi del Piano QUES, con l’obiettivo di avvicinare gli studenti delle scuole secondarie al mondo della ricerca. Il progetto consente di osservare in diretta esperimenti complessi svolti in laboratori ad alta specializzazione. Gli studenti non solo assistono alle attività, ma possono anche interagire con i ricercatori. L’obiettivo è stimolare la curiosità per le discipline STEM (Scienze, Tecnologia, Ingegneria e Matematica) e incentivare le iscrizioni a corsi universitari scientifici e tecnici. RIALE-EU diventa quindi uno strumento didattico che integra lo studio teorico con un’esperienza pratica. Le materie come fisica, biologia o ingegneria vengono vissute in modo diretto, senza i limiti imposti dalla distanza o dalle regole di accesso ai laboratori. Come funziona il metodo operativo Il punto di forza di RIALE-EU è l’abbattimento delle barriere fisiche. Grazie a telecamere ad alta definizione e collegamenti in tempo reale, gli studenti possono osservare nei dettagli quello che accade dentro i laboratori. Mentre i ricercatori eseguono esperimenti, spiegano passo dopo passo le procedure, rispondendo alle domande degli studenti. Questo coinvolgimento diretto trasforma la lezione in un momento interattivo e immersivo. Molti laboratori, infatti, restano normalmente inaccessibili a ragazzi e ragazze delle scuole secondarie. Alcuni sono troppo piccoli, altri si trovano lontano dalle città, altri ancora hanno regole di sicurezza molto rigide. RIALE-EU elimina questi ostacoli e apre una finestra esclusiva sul lavoro di chi fa ricerca. Una visione diretta e gratuita per le scuole Uno degli aspetti più importanti del progetto è l’accessibilità. RIALE-EU è completamente gratuito per le scuole che desiderano partecipare. Gli istituti devono soltanto registrarsi sul portale dedicato per accedere al catalogo degli esperimenti disponibili. Il catalogo propone due modalità di fruizione. La prima è quella sincrona: studenti e insegnanti assistono in diretta all’esperimento, interagendo in tempo reale con i ricercatori. La seconda modalità è asincrona: i docenti accedono a una timeline completa dell’esperimento, arricchita da materiali didattici e contenuti extra. In questo modo possono personalizzare la lezione, adattandola alle esigenze specifiche della classe.

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Notte dei ricercatori 2025 Giochi Fotonici

9/30/2025
Giochi Fottonici: La Fisica che Diverte alla Notte dei Ricercatori 2025 Durante la notte dei ricercatori 2025 a Cagliari, presente lo stand dei Giochi Fottonici, in compagnia di Alberto e Nicola. Il concetto di Giochi Fottonici è stato sviluppato per dimostrare che la fisica non è solo studio, ma è anche, e necessariamente, divertimento. La parola "giochi" sottolinea proprio la capacità di interagire ludicamente con la natura e la scienza. I ricercatori dell'università sono stati istruiti per rendere possibile questo approccio, mettendo a disposizione la loro preparazione e i loro concetti per far giocare giovani e adulti. La Luce in Gioco: Esperimenti e Principi Il termine "fotonici" indica che in questi giochi entra in gioco la luce. Per creare queste esperienze ludiche e sperimentali, la luce viene manipolata sfruttando strumenti che posseggono proprietà fisiche intrinseche dovute al materiale. Questo è fondamentale, poiché ogni discussione sulla luce implica l'interazione tra luce e materia. Vengono utilizzati, ad esempio, i polarizzatori – strumenti impiegati anche nella ricerca – che sono materiali particolari che lavorano bene a determinate lunghezze d'onda. Questi strumenti permettono di far vedere alle persone lo spettro elettromagnetico, o specifiche regioni dello spettro, della luce. Utilizzando occhiali speciali, i ricercatori sono capaci di far vedere il pubblico giocare in un contesto di "vero o non vedo", basandosi sulle leggi pilastri fondamentali della fisica. Oltre il Divertimento: Dalla Ricerca al Futuro Mediante l'interazione tra luce e materia, è possibile far comprendere i fenomeni di emissione spontanea che avvengono nella natura stessa. Questi fenomeni sono alla base non solo di tutto ciò che vediamo, ma rappresentano anche il fondamento del futuro. I ricercatori presenti allo stand si occupano in particolare di concetti che riguardano i pannelli fotovoltaici. Gli Ostacoli della Vita da Ricercatore Nonostante la passione e l'innovazione dimostrata, portare avanti questo tipo di ricerca presenta notevoli ostacoli. In parte, questi sono dovuti al precariato tipico della vita da ricercatore, almeno finché non si raggiunge il ruolo di professore. I contratti sono spesso annuali o triennali, e alla scadenza non vi è certezza di un contratto successivo. Inoltre, esistono difficoltà legate alle tutele lavorative. Per esempio, gli assegnisti di ricerca (come uno degli intervistati) non hanno la possibilità di usufruire di detrazioni che sarebbero necessarie per impostare la propria vita nel mondo della ricerca. I Costi della Scienza e i Finanziamenti C'è poi l'aspetto economico legato alla ricerca stessa: i laboratori sono molto costosi. Per poter comprendere le proprietà ottiche dei materiali, sono necessari strumenti capaci di captare segnali molto deboli e molto veloci. Tali strumenti hanno un costo elevato, necessitano di essere sostituiti, e l'incostanza dei finanziamenti può talvolta bloccare i progressi. Nonostante queste difficoltà endemiche nel mondo della ricerca, il gruppo di lavoro si sta impegnando con successo. Grazie anche ai fondi del PNRR, è stata acquisita parte della strumentazione necessaria. Si ringraziano Nicola e Alberto del dipartimento di fisica dell'Università di Cagliari per l'intervista. Le interviste selezionate da Unica Radio, che raccontano la città che cambia attraverso musicisti, innovatori, artisti, sportivi e operatori sociali, sono riproposte per voi e disponibili per il riascolto e lo scaricamento nell'archivio unico di Unica Radio B Podcast.

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Marta Proietti Orzella: Teatro e Passione tra Sardegna e Palco

9/29/2025
Dalla Sardegna a Parigi, Marta Proietti Orzella ci porta dentro il suo universo artistico fatto di recitazione, regia, formazione e un amore profondo per la cultura teatrale. Un’intervista intensa che racconta il teatro come linguaggio dell’anima, memoria viva e specchio della società. Una vita dedicata all’arte, senza compromessi. Attrice, regista e formatrice, Marta Proietti Orzella è una delle voci più autentiche e appassionate del panorama teatrale sardo. Ci racconta un percorso ricco di esperienze, tra palcoscenici internazionali, radici profonde nella sua terra e una visione dell’arte come strumento di crescita, espressione e connessione umana. Dall’infanzia al sogno teatrale Sin da bambina, Marta sentiva il “fuoco” del palcoscenico. Già allora metteva in scena spettacoli con sorelle e cugine davanti a un pubblico… pagante! Un’energia creativa che ha continuato ad alimentarsi grazie a insegnanti appassionate, esperienze internazionali e il desiderio profondo di raccontare storie. Dopo anni a Parigi, dove ha studiato recitazione e regia grazie a una borsa di studio, Marta ha scelto di tornare nella sua terra. La Sardegna per lei non è solo casa, ma una linfa culturale e spirituale che permea ogni spettacolo, ogni parola, ogni silenzio scenico. Nei suoi lavori spesso emergono personaggi, autori e racconti legati all’identità sarda, rielaborati con autenticità e visione. Un talento, mille forme di arte Marta è una figura trasversale, capace di spaziare tra i ruoli di attrice, danzatrice, regista e insegnante, sempre con lo stesso obiettivo: trasmettere passione, creare connessione, accendere emozioni. Un talento che ha ricevuto importanti riconoscimenti, come il Premio Nazionale Plauto, vinto a inizio carriera in un anfiteatro gremito, in un momento che ancora oggi ricorda con emozione. La sua tesi "Teatro e rivoluzione. L’esperienza del maggio francese", discussa con lode, è un esempio perfetto di come Marta riesca a fondere pensiero critico e sensibilità artistica. Un doppio coronamento che ha segnato profondamente la sua traiettoria. Per Marta, il teatro dovrebbe essere materia obbligatoria nelle scuole, perché aiuta ad ascoltare, comunicare e comprendere l’altro. In una società sempre più frammentata, il teatro ha un potere terapeutico, relazionale, umano. Tra i suoi maestri più importanti, Marta cita con affetto Marco Gagliardo, regista genovese che ha scelto la Sardegna come terra d’adozione e che le ha trasmesso il rigore e la disciplina necessari a “giocare sul serio”. E per il futuro? Marta non svela troppo — la scaramanzia teatrale è legge — ma anticipa che sta lavorando a un nuovo spettacolo comico, perché far ridere oggi è un gesto politico e necessario.

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Ghico Renzulli: “Dizzy.” è il mio punto d’arrivo. Ecco cosa c’è dietro il nuovo album

9/28/2025
Con “Dizzy.”, il musicista italiano Ghico Renzulli racconta la sua evoluzione artistica, l’amore per la musica strumentale, i rituali prima dei live e i progetti futuri tra sperimentazione e tradizione. Un artista in continua evoluzione: chi è Ghico Renzulli Ghico Renzulli, storico chitarrista italiano con oltre 45 anni di carriera, torna a far parlare di sé con il suo secondo album solista, “Dizzy.”. Dopo aver suonato per decenni con band come i FIBA, oggi porta avanti un percorso solista interamente dedicato alla musica strumentale. Una scelta audace e controcorrente che racconta l'anima di un artista instancabile e profondamente legato alla sua arte. “Dizzy.”: un disco che dà le vertigini “Dizzy.” – che in inglese significa "vertiginoso" – è un album che alterna dolcezza e potenza, generi musicali diversi, emozioni contrastanti. “Ci sono cambi di atmosfera, velocità, durezza”, racconta Renzulli. Il disco è un mix raffinato di rock, metal, blues, jazz, country, musica caraibica, frutto di decenni di esperienza. Non ci sono voci: tutto è affidato agli strumenti. E questo, per Ghico, è tutt’altro che semplice. “Fare musica strumentale è più difficile di quella cantata. Devi tenere l’ascoltatore incollato, solo con le note”, spiega. Ogni pezzo è pensato, arrangiato con cura, costruito per lasciare un segno duraturo. Il palco, la passione e... il sonno prima del live Nonostante la lunga carriera, la voglia di suonare dal vivo non si è mai spenta. Ghico è un musicista “vecchia scuola”, cresciuto con miti come Chuck Berry e B.B. King. “Io morirò sul palco”, afferma con convinzione. E prima di ogni esibizione ha un rituale particolare: dorme. Sì, hai letto bene: “Mi riposo un’oretta prima del live. Ci portavamo i letti anche durante i tour con i FIBA. Dormire è il mio modo per ricaricare corpo e mente”. A svegliarlo, spesso, litri di caffè portati dallo staff mezz’ora prima del concerto. L’incontro con il pubblico e i live di oggi “Il mio spettacolo non è da pogare, ma da ascoltare. È musica che va capita e sentita”, dice Ghico. Oggi i suoi concerti sono presentazioni live del progetto: performance di circa un’ora, seguite da un confronto diretto col pubblico. Un’esperienza più intima, profonda. Progetti futuri: tra voce e collaborazioni Anche se “Dizzy.” è ancora in promozione, Renzulli guarda già avanti. Sta lavorando a un nuovo disco che includerà brani cantati e collaborazioni, ispirato alla concezione musicale di Santana. “Non farò Santana, non ne sono capace, ma vorrei unire cantato e strumentale per creare qualcosa di nuovo”. La composizione è la sua vera vocazione. “Compongo ovunque: mentre dormo, in bagno, per strada. Registro tutto col cellulare. È il mio modo di vivere”.

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Multilingualism Day 2025: a bridge between languages, cultures and the future

9/26/2025
A warm invitation to participate in the 2025 Multilingualism Day in the European Parliament, exploring the past, present and future of languages in Europe, with lively presence, interactive workshops and special podcasts of Unica Radio. Imagine a place where every word has a large scene. At the European Parliament in Brussels, languages are transformed into protagonists and tools of democracy: it is the Multilingualism Day, which takes place this year from 26 to 27 September 2025. These two days are a unique opportunity to celebrate the Linguistic wealth of the European Union and to reflect on how the Multilingualism Combine the past, present and future of our continent. A varied and engaging calendar The first day offers Interactive online workshops dedicated to those who dream of working as an interpreter or translator in the European institutions. These are sessions in small groups, perfect for asking questions, discussing and understanding the world of languages in action closely. The second day, in Brussels, becomes an experience to be lived in the presence: you have the opportunity to tour the famous hemicycle, enter the interpreting booths, participate in language games, register for an audio booth and even take souvenir photos or get temporary tattoos related to languages. All in an atmosphere of celebration, discovery and intergenerational sharing. dialogues with those who really interpret languages Highlights include a number of Talks On issues such as 'a profession, two generations' (comparisons between young and more experienced interpreters or translators), 'beyond the machine' (the evolution of the role of translation professionals also in the AI era), or panel on the role of languages in European democracy. An unmissable opportunity to hear true stories, personal experiences and future perspectives in a professional and human context. A podcast to feel part of the event This year, to experience the event even from a distance, the only radio He made a Special podcast dedicated to the day of multilingualism. Listening to the interviews, the atmosphere, the stories in multiple languages and the reflections of the protagonists, you can feel at the center of the European Parliament, even from the comfort of your home. Why participate? Interpreters, translators, linguists and communication professionalsvalue of languagesDiscovery, training and funPodcast of Unica Radio

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